The Misfits, Parte I

Regia: John Huston (1961)

Titolo italiano: Gli spostati

Sceneggiatura: Arthur Miller

Fotografia: Russell Metty

ENGLISH TRANSLATION

In una strada tranquilla di Reno, in Nevada, un camion del “Jack’s Reno Garage” entra in un vialetto e si ferma dietro una Cadillac parcheggiata accanto a una casa malconcia. L'autista, Guido (Eli Wallach), scende e cammina intorno alla macchina, esaminando le sue numerose ammaccature e graffi. C'è un primo piano venerante delle classiche pinne della Cadillac.

Una voce di donna da fuori campo chiede: "Giovane, hai l’ora?"

È Isabelle (Thelma Ritter). È vestita con un accappatoio e ha un braccio fasciato al collo. Nella sua mano buona tiene un piccolo orologio circolare. Scendendo dalla veranda, scuote l'orologio accanto all'orecchio e si lamenta: "Ho sei orologi in casa e nessuno di loro funziona".

La sua casa ha visto giorni migliori. Isabelle accetta coinquiline a breve termine: donne che sono venute a Reno per un divorzio veloce.

Guido risponde: "Le nove e venti".

Lei esclama: "E venti?!" e gira la testa, urlando verso una finestra della casa: "Sono le nove e venti, cara!" Non avendo risposta, prova di nuovo: "Tesoro!"

La macchina da presa guarda verso la finestra in una ripresa ben composta, tutti angoli e linee dritte. Una donna quasi nascosta da una tenda risponde: “Cinque minuti. E tu?"

“Sono prontissima. Ho appena stirato la mia fascia a tracolla. L'avvocato ha detto le nove e mezzo in punto, tesoro".

"Va bene".

Guido sale in macchina e sbatte la portiera.

Al finestrino della macchina, guardandolo dritto negli occhi, Isabelle dice: “Spero che tu non sia un tipo avaro. La macchina è nuova di zecca, sai. Dovrebbe ottenere/strappare un ottimo prezzo per questo".

Lui si sporge e chiede stupito: “È questo il chilometraggio giusto? Trentasette chilometri?” Persino il suo cappello sembra sorpreso.

“Sì, ci abbiamo fatto solo due giri. Sono i dannati uomini in questa città. Continuano a tamponarla solo per iniziare una conversazione”. Quindi capiamo che la figura alla finestra deve essere una donna di bell'aspetto.

La macchina da presa guarda di nuovo verso la finestra, dove la donna, ancora nascosta, chiede con voce dolce: "Vieni su, Iz?"

“Certo, cara”. Quindi, scuotendo l'orologio per enfasi, Isabelle istruisce Guido: “Non badare alle apparenze. È nuova di zecca. È stato un regalo di divorzio di suo marito".

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"Danno regali per i divorzi adesso?" chiede Guido incredulo.

"Perché no?" risponde lei sognante. “Nell'anniversario del nostro divorzio, mio marito mi manda sempre una rosa gialla in un vaso, e saranno 19 anni a luglio. Certo, non mi ha mai pagato gli alimenti. Ma non vorrei disturbare un uomo se non è coinvolto.

Con il suo mignolo, Guido indica il suo braccio fasciato. "Lei si è rotta il braccio in macchina?"

"No. La mia ultima inquilina, quella prima della signora Taber, abbiamo festeggiato il suo divorzio e... mi sono comportata male. Sono così stufa di me stessa”. Sospira, quindi si gira ed entra in casa.

Al piano superiore, Roslyn (Marilyn Monroe) siede alla toletta nella sua sottoveste, fissando il suo riflesso nello specchio. Ha una chioma di capelli biondo platino. Mentre applica il trucco, sussurra a se stessa, provando le battute che reciterà presto davanti al giudice. Per ottenere il suo divorzio, dovrà accusare il marito di... qualcosa.

Isabelle appare nello specchio e Roslyn chiede: "Ripasseresti di nuovo le risposte con me?"

"Certo cara. Ma non preoccuparti di questo, andrai benissimo”.

Isabelle prepara pazientemente Roslyn, che è riluttante ad accusare il marito ingiustamente di crudeltà. Ma è l'unico modo per ottenere il suo divorzio alla svelta.

Isabelle la imbecca: "In che modo si manifestava questa crudeltà?" 

Roslyn si gira dallo specchio e inizia: "Lui persistentemente... come com’era?" Si alza dalla toletta.

Isabelle legge: "Lui persistentemente ignorava e crudelmente i miei desideri personali e i miei diritti... e ha fatto ricorso in varie occasioni alla violenza fisica contro di me".

Roslyn sta frugando nel suo armadio per trovare il suo vestito. Prova di nuovo: "Lui persistentemente –"

Si gira per affrontare la sua padrona di casa. Alcuni vestiti sono appesi in modo disordinato sulla porta dietro di lei. “Oh, devo dirlo? Perché non posso semplicemente dire... lui non c'era?” Comincia a mettersi il vestito. "Lui... Potevi toccarlo, ma lui non c'era".

“Cara ragazza, se quella fosse ragione di divorzio, negli Stati Uniti rimarrebbero solo circa undici matrimoni. Ora ripeti dopo di me".

Continuano a provare mentre Roslyn si porta il vestito sopra la testa. È nero e senza maniche e ha un taglio basso davanti, perfetto per una festa o una discoteca. Indossa un rossetto vivace e le sopracciglia e le ciglia sono evidenziate. In realtà, ha un aspetto splendido.

Il leggero suono di un clacson manda Roslyn alla finestra, dove sbircia tra le tende.

Guido, appoggiandosi alla macchina, la vede guardando su, in un’altra ripresa perfettamente composta: le ombre, il luccichio della luce solare sulla macchina, la configurazione delle linee rette che conducono direttamente a Guido al centro dell'inquadratura.

"Chiameranno dall’ufficio per la loro valutazione, signora", grida.

"Quelle ammaccature non sono colpa mia, sa". Lei è così bella che lui sembra davvero confuso.

Allarga le braccia in un gesto di impotenza. “Raccomanderò il miglior prezzo possibile, signora. Può guidarla ora. Ho inserito una nuova batteria".

"Non guiderò mai più quella macchina" – gli dice, e si gira nella stanza per dire – "Prendiamo un taxi".

Lui balbetta: "Io... le darò un passaggio se sta andando subito".

“Ottimo. Due minuti!"

Di nuovo nella stanza, Roslyn dice: “Iz, vestiti! Devi essere la mia testimone!”

“Questa sarà la mia settantasettesima volta in cui faccio da testimone per un divorzio! Due sette – porta fortuna, tesoro!”

“Oh, lz! Io spero!"

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Una dissolvenza ci porta da Roslyn nella sua stanza al camion di Guido nel centro di Reno, dove lei comparirà in tribunale.

Guido entra con il suo camion in un parcheggio, scende e corre al lato del passeggero per aiutare le donne a uscire.

"Attenzione, adesso", dice mentre prende la mano di Isabelle.

"Oh, sei un tesoro", dice lei con un sorriso.

Quindi aiuta Roslyn a scendere. Vediamo che si è raccolta i capelli per il tribunale e una giacca le copre le braccia.

"Eccoci qui!" dice lui. Solo che non le lascia andare il braccio.

Roslyn cerca di liberarsi, dicendo: "Grazie mille. Dobbiamo andarcene ora".

Ma Guido insiste: "Se non torna subito ad est, sarei felice di mostrarle la campagna". Roslyn sembra considerarlo. "Bella campagna qui intorno, sa!" le assicura lui.

Roslyn è posizionata esattamente al centro dell'inquadratura, tra Guido e Isabelle. Chiaramente, lei è il fulcro del film. "Beh, non so dove sarò, ma va bene", dice, un po' più calorosamente. "Grazie ancora". Se ne va.

Solo per essere carina, la padrona di casa dice a Guido: "Mi chiamo Isabelle Steers".

“Isabelle. Beh, va bene, venga anche lei".

“È una dolce riconsiderazione! Voi uomini di Reno!”

Isabelle cammina svelta per raggiungere Roslyn, che le consegna gli appunti. "Non posso memorizzare questo" – dice – "Non era così".

Isabelle la guarda allarmata. "Dillo e basta. Non deve essere vero. Questo non è uno spettacolo a quiz; è solo un tribunale".

Quindi Roslyn si ferma improvvisamente. Vede qualcosa. O qualcuno.

È il marito di Roslyn, Ray (Kevin McCarthy). È in cima ai gradini del tribunale in giacca e cravatta, con una fedora estiva. Roslyn fa un respiro profondo e gli si avvicina.

Lui dice: “Sono appena sceso dall'aereo. Non sono troppo in ritardo, vero?"

Roslyn sale i gradini verso di lui. Abbassa lo sguardo, senza incontrare quello di lui. "Non voglio sentire niente..."

La interrompe. “Dammi solo cinque minuti. Dopo due anni, cinque minuti..."

Lei lo supplica di fermarsi. “Non puoi avermi ora, quindi mi vuoi, tutto qui. Per favore, non ti sto incolpando. È... semplicemente non credo più in tutto questo".

“Bambina, capisco. Capisco…"

“Non capisci. Non ci sei, Raymond. Se sarò sola, voglio esserlo con me stessa. Torna indietro. Non mi farai più dispiacere per te”. Lei afferra la mano di Isabelle e la tira su per i gradini del tribunale e dentro.

Alla stazione ferroviaria, Guido scruta la folla dall'interno del suo camion. Arriva un treno e alcuni passeggeri aspettano di salire a bordo. Notiamo una coppia che si abbraccia, con vicino un cane con le gambe lunghe. L'uomo indossa un cappello da cowboy.

Guido urla all'uomo: "Gay!"

Gaylord (Clark Gable), noto ai suoi amici come Gay, guarda verso lui e grida di rimando: “Aspetta un po’! Stavo proprio per venire a cercarti!”

La donna accanto a lui, Susan (Marietta Peabody Tree), indossa una collana di perle e guanti bianchi nel mezzo della giornata.

Gay si gira di nuovo verso di lei e dice in modo diretto: "Beh, allora buona fortuna, Susan". Sembra che stia salutando un socio in affari. Lui poi aggiunge, un po’ più calorosamente: "Non ti dimenticherò, puoi esserne sicura".

Lei lo guarda malinconicamente e gli mette le mani sulle spalle, tirandolo a sé.

"Non so nemmeno dove scriverti", dice.

Lui si tira indietro. “Fermoposta. Lo riceverò”, la rassicura.

"Beh, ci penserai?" – gli chiede – "È la seconda lavanderia più grande di St Louis".

“Non vorrei prenderti in giro, Susan. Non sono tagliato per gli affari".

"Beh, mi penserai?" lo supplica. "Oh, Gay..."

Lui le dà una pacca rassicurante sul braccio e la gira verso il treno. “Oh, lo sai che lo farò, tesoro. Arrivederci”. La mette sul treno con un cenno di addio.

Mentre il treno si allontana, lei gli manda baci dal finestrino e lui la saluta, sorridendo.

Gay si avvicina al camion di Guido. “Come va, ragazzo? Pronto a mollare questa città? Perché io lo sono”.

"Beh, ci sto pensando" – risponde Guido. Quindi si sporge in avanti con un sorriso diabolico e chiede – "Quale era quella?"

“Susan. Molto sportiva, quella donna", dice. Anche se Gay va con molte donne e potrebbe essere stato sollevato nel salutarla, parla decentemente di lei al suo amico.

“Ho appena incontrato una ragazza così dolce che si potrebbe mangiare, Gay. Bella donna. L'unico problema è che, quando penso a tutte le chiacchiere inutili che devi fare, mi scoraggio”.

“Te lo dico, sto morendo per un po' d'aria fresca. E niente gente, maschi o femmine” – Gay si sporge nel finestrino aperto e fa una proposta – “Guarda, perché non andiamo in montagna? Forse potremmo anche prendere un po’ di mustang lassù".

“Beh, volevo accumulare circa cinquecento dollari questa volta. Devo procurarmi un nuovo motore".

Gay non è d'accordo. “Quel motore ti porterà ovunque. Dì, fai questo lavoro da più di due mesi, amico. Prenderai l'abitudine".

Guido fa una smorfia, vuole abbandonare la questione se si stia sistemando in un lavoro normale. “Ci vediamo più tardi da Harrah. Parliamone", dice. Gay è d'accordo e Guido se ne va.

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Gay chiama il suo cane: "Tom Dooley!" Il cane va da lui poi balza in avanti con un abbaio. Sa esattamente dove stanno andando. Attraversano insieme l'ampia strada, incuranti, come se fosse loro.

Finiti i loro affari in tribunale, Isabelle e Roslyn sono da Harrah per un drink. Ordinano ad una cameriera in uniforme.

Vedendo l'espressione triste di Roslyn, Isabelle dice: "Beh, rallegrati!"

"Lo farò. È solo che odio litigare con chiunque. Quando vinci, perdi. Lo sai, nel tuo cuore".

“Beh, sei libera. Forse il problema è che non ci sei ancora abituata".

“No, il problema è che finisco sempre dove ho iniziato. Non ho mai avuto davvero nessuno. Ed eccomi qui".

"Beh, hai avuto tua madre, no?" chiede Isabelle.

“Come hai qualcuno che scompare continuamente? Entrambi non c'erano. Lei se ne andava con un paziente per tre mesi e... Sai quanto sono lunghi tre mesi per una bambina".

Mentre i loro drink vengono serviti, Isabelle ha un'idea. “Ascolta, non andartene. Sistemati qui. Hanno una scuola. Potresti insegnare ballo. Una cosa su questa città: è sempre piena di sconosciuti interessanti".

Improvvisamente, Roslyn posa la testa sulla sua mano. "Oh, mi dispiace" – esclama Isabelle – "Cosa ho detto? Io…”

Con uno sguardo addolorato, Roslyn risponde: “Mi manca improvvisamente mia madre. Oh, non è la cosa più stupida?”

Riprendendosi, Roslyn si sporge verso Isabelle, alza il bicchiere e sorride. “Iz, sei una brava donna. Sei praticamente l'unica donna che sia mai stata mia amica".

Isabelle sorride di rimando. "Bene, bevi allora".

All'improvviso Roslyn nota il cane di Gay, Dooley, seduto sul pavimento di fronte a un piatto di ceramica bianca. Gay e Guido sono seduti al bar dietro di lui, con le spalle rivolte alle donne. “Oh, non è il cane più caro? Guarda com’è dolce seduto lì".

"Sì. I cani sono simpatici".

"Ecco, cucciolo", dice Roslyn, e prova ad attirarlo facendo suoni di baci e offrendogli qualcosa da mangiare. Dooley inclina la testa.

Con poca esitazione, si avvicina e mangia proprio dalla mano di Roslyn. Si sono sicuramente presi. Lui la guarda negli occhi con sentimento.

Il cane emette un paio di silenziosi abbai di felicità, che attirano l'attenzione di Gay.

"Ehi, Dooley", lo rimprovera.

Voltandosi, Guido nota che le donne che aveva incontrato prima sono sedute proprio lì da Harrah. Si alza dallo sgabello e cammina verso di loro, togliendosi il berretto da baseball.

Appoggia le mani su una sedia e si sporge verso Roslyn, sorridendo. "Ciao. Com’è andata?”

"Bene", risponde Roslyn, esitante.

“Vorrei presentarle un mio amico. Gay... Gay Langland, signora Taber". Avvicinandosi dal bar, Gay sembra incantato dalla bellezza di Roslyn. Si toglie il cappello da cowboy. "Piacere".

Indicando Isabelle, Guido dice: "E questa è la signora, ehm...?"

Lei lo aiuta. “Steers. Isabelle Steers. Una cosa sugli uomini di Reno: ricordano il nome".

Ma non importa, perché Gay non può distogliere gli occhi da Roslyn, che sta ancora dando da mangiare a Dooley.

“Perché non vi sedete, ragazzi?” invita Isabelle.

Loro si siedono e Gay ordina da bere.

“Uh... lei ha sicuramente fatto una grande impressione al mio amico qui. E posso vedere perché”, afferma Gay. Non è del tutto chiaro se si riferisca a Guido o a Dooley.

Ignorandolo, lei chiede: "Anche lei è un meccanico?"

"Lui?" lo sbeffeggia Isabelle. "Lui è un cowboy".

"Come lo sapeva?" chiede Gay.

"Posso sentire l'odore, no?"

"Ehi, non può sentire l'odore delle mucche su di me".

"Posso sentire l'odore del tuo sguardo, cowboy". Gli sorride ironicamente. “Ma adoro anche il più miserabile di voi. Ovviamente, siete tutti buoni a nulla, come sa”.

"Potrebbe essere" – ribatte, le sopracciglia sollevate – "Ma è meglio che: stare sotto padrone".

"Suppongo che tornerà presto ad est, signora Taber?" chiede Guido.

“Non riesco a decidermi. Non so ancora cosa fare”. Isabelle le dà uno sguardo protettivo.

Gay chiede sorpreso: "Non ha affari da gestire, o una scuola dove insegnare, o...?"

"Io? Non ho mai finito il liceo".

"Bene! Questa è davvero una buona notizia".

"Non le piacciono le donne istruite?"

“Vanno bene. Vogliono sempre sapere a cosa stai pensando, tutto qua”.

"Forse vogliono riuscire a conoscerla".

"Ha mai conosciuto meglio un uomo facendogli domande?"

“Intende che mentirebbe?”

“Beh, potrebbe non farlo. E d’altra parte, potrebbe proprio farlo”. Guido la guarda con qualcosa di simile all'ammirazione.

Quindi Gay si rivolge a lui. “Che ne dici, pilota? Decolliamo oggi?"

Guido chiede a Roslyn: "È mai stata fuori Reno, signora Taber?"

“Ho camminato fino al confine della città. Non sembra che ci sia molto là fuori".

Gay non è d'accordo. "C’è tutto lì".

"Come cosa?"

"La campagna".

"Beh, lei cosa fa tutto il giorno?"

"Vivo e basta".

"Come si fa a vivere e basta?"

“Beh, inizi andando a dormire. Ti alzi quando ne hai voglia. Ti gratti. Ti friggi delle uova. Vedi che tipo di giornata è. Lanci pietre a una lattina e fischietti.”

Lei lo capisce. "So cosa intende".

Guido le fa un’offerta: “Ho una casa vuota in campagna appena oltre Hawleyville. È tutta sua se vuole un po' di pace e tranquillità prima di tornare”.

Roslyn considera l'idea. Dice a Isabelle: “Beh, non starei lì. Ma noleggiamo un'auto. Potremmo vedere la campagna".

“Gay ha un camion. Potete avere la mia macchina”. Un'altra offerta da Guido.

"Allora dovrà riportarmi indietro".

"Non mi dispiace".

“Grazie, ma mi piace sentirmi indipendente. Noleggerò un'auto. Dove lo posso fare?"

"Proprio adesso?"

"Perchè no?"

“Va bene. Di sicuro lei non perde tempo, vero?”

Guido dice a Gay: "Devo solo passare dal garage e licenziarmi".

"Ehi, ora, questo è il ragazzo!" Gay è un vecchio cowboy e non uno che sostiene il lavoro sotto padrone.

Guido va a pagare il conto e gli altri escono. La campagna li aspetta.

FINE PARTE I

ENGLISH TRANSLATION

Here is the link to Parte II of this cineracconto. A Vertigo grammar exercise about the film has been posted on at the bottom of Parte VIII (the final installment). Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.

GLOSSARIO

  • abbai (o/i) – barks (of a dog) 

  • gli alimenti (o/i) – alimony payments

  • afferra (afferrare) – she grabs

  • allarga (allargare) – he spreads out

  • le ammaccature (a/e) – the dents

  • avaro (o/a/i/e) - miserly 

  • un aspetto (o/i) – an appearance, look

  • badare – to mind, pay attention to

  • balza (balzare) – he bounds

  • le battute (a/e) – the lines (as in a play or movie)

  • biondo (o/a/i/e) platino – platinum blonde

  • buoni (o/a/i/e) a nulla – good for nothing

  • un cenno (o/i) – a wave

  • le chiacchiere – the chatter

  • il chilometraggio – the mileage

  • una chioma (a/e) – a mane

  • un clacson (no change) – a car horn

  • coinquiline (o/a/i/e) – roomers; this can mean roommates, but in this case: tenants who live with the landlady

  • una collana (a/e) – a necklace

  • comparirà (comparire) – she will appear

  • il confine (e/i) – the edge, border

  • decolliamo (decollare) – we’re taking off 

  • distogliere – to divert, remove

  • estiva (o/a/i/e) – of summer, summery, summer style

  • fasciato (fasciare) al collo – in a sling (past participle as adjective)

  • ha fatto (fare) ricorso – he resorted

  • fermoposta – general delivery

  • fischietti (fischiettare) – you whistle

  • fissando (fissare) – staring

  • la folla (a/e) – the crowd

  • sta frugando (frugare) – she is rummaging around 

  • fuori campo (no change) – off-screen 

  • giri (o/i) – rides (in a vehicle)

  • graffi (io/i) – scrapes

  • grida (gridare) di rimando – he hollers back

  • impotenza – helplessness

  • incuranti (e/i) – heedless

  • intorno – around the area

  • una lattina (a/e) – a tin can

  • licenziarmi (licenziarsi) – I quit

  • il luccichio (io/ii) – the glimmer

  • la macchina (a/e) da presa – the movie camera

  • malconcia (cio/cia/ci/ce) – beat-up

  • il mignolo (o/i) – the pinkie finger

  • mollare – ditch, dump, leave (a place)

  • noleggiamo (noleggiare) – we rent

  • nuova (o/a/i/e) di zecca – brand-new

  • un passaggio (io/i) – a lift (in a vehicle)

  • al piano (o/i) superiore (e/i) – upstairs

  • le pinne (a/e) – the fins

  • porta (portare) fortuna – it’s lucky

  • prenderti (prendere) in giro – to fool you

  • prepara (preparare) – she coaches

  • si sono presi (prendersi) – they have taken to each other

  • un primo (o/i) piano (o/i) – a close-up (cinematic term)

  • provando (provare) – rehearsing

  • ragione (e/i) – (legal) grounds

  • riluttante – reluctant (present participle as adjective)

  • rimando (rimandare) – send back, return

  • rimprovera (rimproverare) – he scolds, repreimands

  • riprendendosi (riprendersi) – recovering

  • sbeffeggia (sbeffeggiare) – she scoffs

  • sbircia (sbirciare) – she peeks

  • mi scoraggio (scoraggiarsi) – I get discouraged

  • scuote (scuotere) – she shakes

  • lo sgabello (o/i) – the stool

  • sistemati (sistemarsi) – settle down

  • una smorfia (ia/ie) – a grimace

  • un socio (io/i) in affari – a business associate

  • si sporge (sporgersi) – he leans out

  • ho stirato (stirare) – I ironed

  • la sottoveste (e/i) – the slip (lingerie)

  • uno spettacolo (o/i) a quiz – a quiz show

  • sportiva (o/a/i/e) – good sport

  • stufa (o/a/i/e) – sick and tired [of something]

  • svelta (o/a/i/e) – briskly, rapidly

  • tamponarla – to run into her, rear-end her

  • una tenda (a/e) – a curtain

  • la testimone (e/i) – the witness

  • tira (tirare) – she pulls

  • la toletta (a/e) – the vanity, dressing table

  • il trucco (cco/cchi) – makeup

  • un vialetto (o/i) – a driveway