A Girl in Black, Parte III

Regia: Michael Cacoyannis (1956)

ENGLISH TRANSLATION

Il mattino seguente, dall'alto, vediamo il porto con la sua banchina curva. Le barche legate si muovono dolcemente nell'acqua ombreggiata. Sullo sfondo, il sole brucia sulle case bianche. Panagos (Stephanos Stratigos), un pescatore, si rilassa sulla sua barca. Pigramente mette l’esca sull’amo, cantando tra sè una canzone tradizionale "Mio piccolo mare".

Qualcuno lo chiama: "Ciao, Panagos!"

Il pescatore risponde: "Ehi, amico!"

È Aristeidis (Nikos Fermas), conosciuto dai suoi amici come ‘Ari’. L'abbiamo visto prima: quando Pavlos e Antoni sono scesi sul molo, lui è spuntato e ha suggerito loro di soggiornare a casa di Froso. Nel villaggio, lui, in qualche modo, è apparentemente ovunque e conosce tutti e tutto.

Accucciandosi vicino alla barca dice: "Mitso ha sentito dire qualcosa. Qualche bambino ti ha riconosciuto dalla maglietta”. A quanto pare il pescatore era quello con Froso tra i cespugli.

Panagos se ne frega. "E allora? Mi stai spaventando! Qualcuno mi nasconda, presto!”

I due uomini ridono a crepapelle.

Si avvicina una barca a remi. A prua sta in piedi un altro pescatore, Christos (Giorgos Foundas), una sigaretta tra le labbra. La sua camicia bianca a maniche corte è sbottonata quasi fino alla vita e le maniche sono arrotolate oltre il gomito, per rivelare i suoi muscoli.

Saltando facilmente sul molo, chiede: "Qual è la battuta, ragazzi?"

"Stavamo parlando di Froso", spiega Ari.

"Gallina vecchia fa buon brodo", risponde Christos, mentre Panagos si unisce a loro sul molo. I tre uomini ridono.

Christos offre agli uomini delle sigarette – un articolo costoso per persone della loro classe – e quando accettano, lui commenta: "Non si dice di no a una sigaretta, eh?"

"Che cosa ha da dire la sua boriosa figlia ora?"

"Cosa può dire?" chiede Panagos.

"Verrà il suo turno... aspettate..." mormora Christos.

"Lascia perdere, Christos", dice Ari, con uno sguardo di avvertimento.

"Insegnale a trattarci come sporcizia," risponde Christos amaramente.

La macchina da presa ci mostra l'ampio sorriso di Panagos mentre dice: "Abituati all'idea: non sei il suo tipo".

"Lui è sempre in giro intorno alla casa di lei", riferisce Ari.

"Non accetto battute da te", si lamenta Christos e mostra il suo fastidio tirando il cappello di Ari sopra i suoi occhi.

Ari dice dove si trova Marina in quel momento: "È dalla signora Betsou, la sta aiutando con delle tende".

Panagos ribatte: "Signor sapientone!” Aristeidis annuisce a ciò che sceglie di interpretare come un complimento.

"Che ne dite di un po' di divertimento?" propone Christos. "Dov'è la banda?"

Naturalmente Ari sa esattamente dove si trova la banda: "Al bar".

Guardato con preoccupazione da Ari, Christos inizia ad allontanarsi lentamente. Avanza verso la macchina da presa, la parte superiore del suo corpo riempie gradualmente l'inquadratura fino a quando, in un primo piano estremo, sembra essere una forza inarrestabile, un'immagine di minaccia e presagio. Quando ha riempito l'inquadratura completamente, smette di camminare ed emette un fischio acuto per convocare i suoi amici al bar. Com’era prevedibile, uno di loro fischia in risposta.

Un campo lungo mostra gli edifici di mattoni che delimitano il molo. Fuori dai bar, delle figure siedono ai tavolini chiacchierando. In primo piano, le sedie sono impilate accanto ad altri tavoli, in previsione della sera, quando la strada sarà affollata di gente.

La macchina da presa ritorna su Christos mentre lui si ferma per dire: "Stasera andremo a fare una serenata al chiaro di luna".

"Invitiamo gli ateniesi?" chiede Ari.

"No, non è il loro stile".

Panagos commenta: "Rammolliti!"

Mentre Christos riparte, Panagos urla: "Ehi, Christos!" Con un sorriso beffardo chiede: "Lei tratta anche loro come sporcizia?"

Ridendo, aggiunge: "O l’avranno i ragazzi di città?"

Christos gli lancia uno sguardo minaccioso, si gira e se ne va.

"È davvero incazzato", dice Panagos, soddisfatto dei suoi dileggi. Lancia la sua lenza in acqua. La macchina da presa ci mostra il punto in cui atterra la lenza, quando si diffondono le increspature, e indugia fino a quando l'acqua non si è completamente calmata.

Attraverso tende traslucide vediamo Marina alla finestra della signora Betsou, mentre voci femminili fuori campo armonizzano una canzone popolare, la stessa canzone che Panagos cantava prima, poltrendo nella sua barca. Lei regola le tende mentre si gonfiano nella brezza. Sentendo delle risate fuori, guarda in basso. È Christos con due amici, indossa la stessa camicia sbottonata. Camminando avanti e indietro sul molo, guarda Marina alla finestra.

Dall'esterno, vediamo la signora Betsou raggiungere Marina alla finestra, incorniciata dalle persiane di legno. Guardano in basso brevemente, attraverso le tende trasparenti, i tre uomini.

Sentiamo la signora Betsou dire: "Grazie, Marina". 

Marina risponde, "Buona notte".

Le donne si allontanano dalla finestra e la macchina da presa fa una panoramica verso la porta principale a livello della strada, da dove emerge Marina, con un cesto in mano.

Vedendola, Christos guarda alla sua destra e emette un fischio penetrante. La macchina da presa fa rapidamente una panoramica fino a un uomo vestito in modo simile, con una camicia bianca parzialmente sbottonata con le maniche arrotolate. Sentendo il segnale, anche quest’ultimo guarda alla sua destra e fischia forte.

Proprio come i ragazzini si erano radunati per deridere Mitso, questi uomini hanno il loro modo di convocare il gruppo. Presto il branco di lupi sarà a caccia. Ma sembra che Panagos non sarà tra questi. È ancora seduto sulla sua barca – dalla quale potrebbe non essersi mai mosso dalla mattina – ed è il prossimo della catena. Si prevede che trasmetta il segnale, ma lui contrae solo le labbra e soffia leggermente, senza emettere alcun suono. Poi sorride bonariamente; non partecipa a questa sciocchezza.

Una figura emerge da un bar: è Mitso. Guarda con rabbia Panagos – l'uomo che ha disonorato sua madre e quindi l'intera famiglia. Panagos sorride, sembrando completamente a suo agio.

I tre uomini che stavano gironzolando davanti alla casa dove lavorava Marina ora la stanno seguendo da vicino, dietro le sue spalle, mentre cammina con il suo cesto. Quando lei accelera il passo, gli uomini fanno lo stesso.

"Ehi, signorina!"

 Uno di loro chiede sarcasticamente: "Chi è questa? La conosci?"

"È la figlia di Froso".

 “La grande Froso? Oooh!”

"Cosa stiamo aspettando?" chiede uno ad alta voce.

"Non siamo abbastanza per lei".

"Che bambola!"

"Parla con noi anche se non ci vuoi bene!"

Marina continua lungo la strada, oltrepassando i tavoli disposti davanti ai caffè. Abbastanza più avanti a lei, tre membri della banda di Christos sono seduti a un tavolo. Quando la vedono avvicinarsi, si alzano e camminano verso di lei per bloccarla.

"Perché non ci parla?" chiede uno.

"Ha paura di sua madre".

Le bloccano la strada, ma in qualche modo lei trova la sua strada oltre loro che rimangono indietro, con Christos e i suoi amici. Ora ci sono sei uomini che la tormentano. Cammina il più velocemente possibile.

"Che fretta hai, piccola?"

"Lascia aspettare gli ateniesi".

Un primo piano del suo viso rivela il suo terrore. Gli astanti in strada non fanno nulla per aiutarla.

Un primo piano mostra Christos con il braccio sopra la spalla di un amico. Sono contenti di terrorizzare questa donna. Sembrano esaltati dal loro potere.

Ormai, Marina sta praticamente correndo. Un altro campo lungo mostra la falange di uomini in camicia bianca dietro di lei e sullo sfondo tranquille case bianche sul fianco della montagna. La gente siede ai tavoli fuori dai bar, ma nessuno la aiuta.

Nel frattempo, Mitso si avvicina a Panagos. Si mette la mano in tasca e tira fuori qualcosa. Sentiamo un clic forte mentre lo apre. È un coltello.

Panagos salta in piedi e afferra il braccio di Mitso. Combattono brevemente, ma Panagos, ridendo, sopraffa facilmente l’uomo più giovane.

In primo piano, vediamo le dita di Mitso serrate attorno al coltello, mentre le mani forti di Panagos gli stringono il polso. Il coltello cade dalla mano di Mitso e si schianta a terra.

Come se non fosse abbastanza umiliante, Panagos lo colpisce duramente, facendolo cadere a terra.

Marina, nel frattempo, è ancora inseguita dagli uomini.

"Come sta Froso?" chiede uno.

"Saluta gli ateniesi per me", dice Christos.

Lei dà un’occhiata indietro mentre tiene disperatamente un passo veloce.

Mitso è di nuovo in piedi, ma Panagos lo tiene in una presa di sottomissione. Una piccola folla di ragazzi e uomini osserva mentre Panagos gli tira i capelli e poi lo fa ricadere a terra.

Mitso è disteso sulla schiena, la faccia insanguinata. Comincia a sedersi e nella parte posteriore dell’inquadratura vediamo avvicinarsi sua sorella, seguita dagli uomini che la tormentano. Mitso ricade a terra.

Quando Marina nota che suo fratello è disteso a terra, vediamo il suo viso scioccato in primo piano. Lei corre da lui. Il gruppo che si è formato per guardare la lotta fissa ancora con attenzione il suo corpo immobile.

Marina lancia il suo cesto per terra, si siede e culla la testa di Mitso tra le braccia. I suoi inseguitori si uniscono alla folla di curiosi.

Ansimando e sbuffando, lei si guarda intorno in cerca di una faccia comprensiva, ma alla fine si rende conto che non ce n'è. "Lasciateci in pace!" piange. "Cosa vi abbiamo fatto?"

Un funzionario di polizia (Thanasis Veggos) arriva e chiede: "Cosa sta succedendo?"

Qualcuno dice: "Una rissa. Panagos e Mitso".

Panagos si difende insistendo: "Mi ha puntato un coltello". Consegna il coltello al poliziotto.

"Stai mentendo!" accusa Marina, ancora cullando la testa di suo fratello.

Il poliziotto chiede: "È questo il tuo coltello, Mitso?"

Mitso, con la faccia malconcia, riesce a malapena ad aprire gli occhi gonfi. Si tira su a sedere. "Sì", ammette.

Si sforza di alzarsi, mentre le voci della folla gridano: "Rinchiudetelo!" "Il bastardo!"

Finalmente in piedi, fissa il terreno, umiliato e imbarazzato.

Il poliziotto dice a Panagos e Mitso: “Entrambi venite con me. Vergognatevi ragazzi!”

Mentre li porta via, Marina li segue ma Mitso si gira verso di lei dicendo: "Vai a casa".

"Verrò con te".

Mitso potrebbe essersi sentito impotente un momento fa, ma usa questa opportunità per salvare un po’ di faccia. "A casa, ho detto", insiste. Senza parole, Marina obbedisce.

Mentre Marina si china per raccogliere il suo cesto da terra, gli uomini nella folla guardano in silenzio. Nessuno alza un dito per aiutarla, nessuno.

Prende il cesto e gli uomini aprono una strada per lei.

FINE PARTE III

ENGLISH TRANSLATION

Here is the link for Parte IV of this cineracconto. Check back then – or subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts as well as additional information about the film.

GLOSSARIO

  • abituati! (abituarsi) Get used to [something]!

  • accucciandosi (accucciarsi) – squatting

  • acuto (o/a/i/e) – piercing, sharp 

  • arrotolate (arrotolare) – rolled up (past participle as adjective)

  • bambola (a/e) – doll

  • la banda (a/e) – the gang

  • il bar (no change) – the coffee house, cafe, coffee shop (in Italy: a place that also serves sandwiches)

  • la battuta (a/e) – the joke

  • beffardo (o/a/i/e) – mocking

  • bonariamente – good-naturedly

  • boriosa (o/a/i/e) – stuck-up

  • il branco (co/chi) di lupi – the wolfpack

  • un campo (o/i) lungo (go/ghi) – a long shot (cinematic term: a shot from a considerable distance to capture a wide area of view) 

  • la catena (a/e) – the chain

  • un cesto (o/i) – a basket

  • il chiaro di luna – moonlight

  • com’era (essere) prevedibile - sure enough

  • contrae (contrarre) – he puckers

  • convocare – to summon, bring together (a group)

  • culla (cullare) – she cradles

  • delimitano (delimitare) –they border

  • si diffondono (diffondersi) – spread out

  • i dileggi (io/i) – the taunts

  • esaltati (esaltare) – jubilant, exhilarated (past participle as adjective)

  • la falange (e/i) – the phalanx

  • un fischio (io/i) – a whistle

  • se ne frega (fregarsene) – he doesn’t give a damn

  • stavano gironzolando (gironzolare) – they were loitering, hanging out

  • il gomito (o/i) – the elbow

  • gonfi (gonfiare) (io/ia/i/ie) – swollen

  • si gonfiano (gonfiarsi) – they billow

  • impilate (impilare) – stacked (past participle as adjective)

  • incazzato (incazzare) – pissed off (past participle as adjective)

  • le increspature (a/e) – the ripples

  • indugia (indugiare) – it lingers

  • inseguita (inseguire) – followed by

  • lascia (lasciare) perdere! – lay off!

  • la lenza (a/e) – the fishing line

  • malconcia (cio/cia/ci/ce) – battered

  • maniche (ca/che) – sleeve

  • mattoni (e/i) – bricks 

  • mette (mettere) l’esca (ca/che) sull’amo (o/i) – he baits a hook

  • il polso (o/i) – the wrist

  • poltrendo (poltrire) – lounging

  • una presa (a/e) di sottomissione – a headlock

  • si prevede (prevedere) – it’s expected 

  • previsione (e/i) – anticipation 

  • prua (a/e) – prow

  • ha puntato (puntare) – he pointed

  • rammolliti (rammolire) (o/a/i/e) – softies

  • regola (regolare) – she adjusts

  • ribatte (ribattere) – he retorts

  • rinchiudetelo! (rinchiudere) – lock him up!

  • ridono (ridere) a crepapelle – they laugh uproariously

  • una rissa (a/e) – a fight

  • sapientone (e/i) – know-it-all

  • sbottonata (sbottonare) – unbuttoned (past participle as adjective)

  • sciocchezza (a/e) – foolishness

  • ha sentito (sentire) dire – he got wind of 

  • serrate (serrare) – clenched (past participle)

  • siamo (essere) abbastanza – we’re good enough

  • soffia (soffiare) – he blows

  • sopraffa (sopraffare) – he overpowers

  • è spuntato (spuntare) – he popped up

  • si tira (tirarsi) su a sedere – he sits up

  • traslucide (o/a/i/e) – translucent

  • la vita (a/e) – the waist