Summertime, Parte II

Regia: David Lean (1955)

ENGLISH TRANSLATION

La signora Fiorini dice "Buonasera" e va via. Jane è rimasta sola, con un'aria pensierosa e un po’ triste. Forse sta pensando alla spinta che potrebbe far accadere il suo miracolo. Sentiamo in sottofondo la canzone tema del film "Summertime in Venice".

La spavalderia di Jane l'ha abbandonata. Sta in piedi da sola, con le lacrime agli occhi. Si guarda attorno e poi se ne va.

Mentre Jane cammina per la città, andando a cena, sentiamo di nuovo la canzone: "Summertime in Venice". Uscendo da un vicolo, incontra il ragazzino che l'aveva salutata alla pensione.

Lei alza lo sguardo su una chiesa.

Il bambino chiede: "Sta cercando qualcosa, signora?"

Il bambino cerca di venderle delle cose.

Lei gli chiede: "Perché non vai a casa?"

"Casa?" – dice lui – "Non ho casa".

"Tu intendi che non hai un posto dove vivere?!"

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Lei cede. Compra qualche foto da lui e gli ordina di usare quei soldi per comprare del cibo.

Quando le campane della Basilica di San Marco iniziano a suonare, Jane si affretta attraverso strade affollate, la cinepresa in mano.

Ma in Piazza San Marco vede la Basilica di San Marco – le statue in cima, le torri campanarie, il campanile dorato – e sente l'energia delle campane, della folla che si muove, degli uccelli. Per la prima volta, è immobilizzata dalla loro grandezza. Ora è davvero sedotta da Venezia. Non la registra con la cinepresa come una osservatrice; la vive.

Nella piazza, Jane si siede al tavolo di un caffè. Tutti tranne lei sembrano essere in coppia.

Sedendosi mette ordinatamente la sua cinepresa sul piccolo tavolo rotondo, a portata di mano. A Jane non sembra dare fastidio di essere da sola. Sembra contenta mentre si guarda intorno e sente l'energia di Venezia.

Ma se prestiamo attenzione vediamo che qualcun altro è da solo: un uomo dietro di lei, leggermente alla sua sinistra, con la faccia nascosta dietro un giornale che sta leggendo.

Jane afferra la sua cinepresa. Due belle ragazze, vestite eleganti per la sera, passeggiano. Jane le riprende. Mentre camminano, due giovani le guardano ammirati.

Quello che succede dopo ci dice molto su Jane – anche se potremmo non essere sicuri di cosa. Continuando a guardare le ragazze, i due ragazzi si lanciano dietro di loro. Jane smette di girare. All'inizio sembra scioccata; non sa cosa pensare. Poi sembra disapprovare. Pensa che sia sconveniente? O è solo invidiosa? O ha qualche sensazione che non capisce?

Apparentemente un po' scossa, Jane mette giù la sua cinepresa e beve un sorso del suo vino, proprio mentre l'uomo dietro di lei prende in mano il suo drink e ne beve un sorso. Posano i loro bicchieri allo stesso tempo. Queste due persone, silenziose e sole nella folla vibrante, sono in una sorta di sincronicità.

Jane riprende la cinepresa e inizia a girare, proprio mentre l'uomo (Rossano Brazzi) la nota – e riprende la canzone "Summertime in Venice". Mentre Jane con la sua cinepresa lentamente fa una panoramica da sinistra a destra, la sincronicità continua: lo sguardo dell'uomo segue il suo, finendo alla famosa Torre dell'Orologio.

Jane percepisce che qualcuno la sta guardando. Si gira ed è scioccata nel vedere quest'uomo che la fissa.

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Completamente agitata, prende il suo bicchiere per bere e – rendendosi conto che è vuoto – lo mette giù di nuovo. Afferra la borsetta, tira fuori gli occhiali da sole, armeggia con loro, poi riesce finalmente a indossarli. Per tutto il tempo, l'uomo la guarda divertito.

Chiama disperatamente il cameriere diverse volte, in inglese "Waiter! Waiter!" Ma il cameriere è inconsapevole e resta di spalle. L'uomo, ancora piuttosto divertito, alza la mano e schiocca le dita. Chiama: "Cameriere!" e poi gli indica Jane.

Il cameriere arriva subito. "Prego, signora?"

"Solo un minuto", dice lei, scorrendo il suo frasario. Trova la parola di cui ha bisogno: "Il conto”. Anche se lei la pronuncia male, il cameriere capisce.

"400 lire", le dice e le porge il conto, che era stato sul tavolo per tutto il tempo.

Lei gli consegna goffamente i soldi, raccoglie velocemente le sue cose e si allontana di fretta. Quando se ne va, lo sguardo dell'uomo la segue – proprio come i due giovani avevano guardato le ragazze.

Jane termina la sua serata seduta su alcuni gradini, da sola sul bordo di un canale, l'acqua che scorre. Dietro di lei i piccioni beccano le briciole sul terreno.

È il giorno seguente e Jane ha un nuovo compagno: il piccolo Mauro, il ragazzino di strada. Gli porge le sue cose da tenere, mentre brandisce la sua cinepresa.

Jane filma le statue intorno a lei.

Dopo un'ultima occhiata ammirata, si dirigono verso la loro prossima destinazione.

Stanno finendo uno spuntino in un caffè sulla piazza. Jane paga il cameriere – con competenza questa volta. Gli consegna i soldi, dicendo con sicurezza – anche se in modo non molto corretto: "Grazie tanto". Mauro continua a chiederle altri soldi, ma lei dice che gliene ha già dati un po' ieri. Jane poi riparte da sola.

Mentre Jane cammina, qualcosa nella vetrina di un negozio attira la sua attenzione: un calice di vetro rosso.

Guardandolo più da vicino sorride compiaciuta all'idea di comprare questa bella cosa a Venezia. Si mette gli occhiali da sole – per qualche motivo – ed entra nel negozio di antiquariato, che è pieno di statuette, specchi, cornici e tutti i tipi di soprammobili. Ma anche in mezzo a tanta abbondanza, spicca quel calice rosso. Lei tira fuori il suo frasario.

Dall'alto, un ragazzo esclama: "Buongiorno, Signorina. What would you like?"

"Buongiorno," risponde lei con un forte accento americano. Quindi aggiunge: "Qualcuno qui parla inglese?"

"Sì", risponde il ragazzino in inglese.

"Mi stavo chiedendo se mi potevi dire il prezzo di quel calice rosso in vetrina”.

"Un minuto, per favore”.

Mentre Jane sta fissando il calice, esce il proprietario del negozio. È Renato de Rossi, l'uomo del caffè della sera prima. Lui le sta accanto, ma lei non alza lo sguardo. Lui non sembra riconoscerla.

"Buongiorno", dice lui in inglese.

"Buongiorno" – risponde lei, continuando a non guardarlo – "Potrebbe dirmi il prezzo di quel calice rosso?"

"Per questo" – dice l’uomo prendendo in mano l'oggetto – "chiedo 10.000 lire. È del diciottesimo secolo”.

Jane mette giù le sue cose: mappa di Venezia, frasario italiano, cinepresa. Ora lui si ricorda di lei, ma lei non lo ha ancora riconosciuto.

Lui le passa il bicchiere e lei lo ammira.

"È molto bello" – dice lui, aggiungendo – "È un colore molto bello". Fa una pausa. "Forse vedrebbe meglio il colore se si togliesse gli occhiali".

Lei si toglie gli occhiali da sole ed è sbalordita nel vedere che è l'uomo che la osservava al caffè.

Una musica di arpa si sente fuori campo; all'improvviso Jane è disorientata.

"Si sta godendo Venezia?" chiede l'uomo e aggiunge – riferendosi al luogo in cui si sono visti per la prima volta – "È il cuore di Venezia: Piazza San Marco”.

"Sì, l'ho percepito”.

"Oh, lei sente Venezia! È una sensazione meravigliosa”.

Lei chiede se ha un secondo bicchiere per fare una coppia, ma lui dice di no.

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Mentre il mondo scorre fuori dalla vetrina, l'uomo guarda Jane con desiderio. Il tema "Summertime in Venice" riprende.

All'improvviso lei chiede: "Quanto ha detto che era?"

"Per lei, 10.000 lire. È autentico del diciottesimo secolo”.

"Lo impacchetti", dice lei bruscamente.

"Che dice?” lui risponde.

"Lo prendo”.

"Lo prende? A questo prezzo?"

"Questo è il prezzo, non è vero?"

Lui ride. "Scusi, signorina, ha comprato molte cose in Italia?"

"No, questa è la prima cosa che cerco di comprare. Sono arrivata proprio ieri”.

"Mi perdoni signorina, ma in Italia, non deve dire così in fretta: ‘Lo prendo.’ Deve trattare”.

"Perché?" domanda lei.

"Fa parte dell'acquisto e della vendita”.

Lui offre di venderglielo per 8.700 lire, ma Jane insiste che non è giusto. Lui risponde che in tal caso glielo regalerà per 8.700 in onore del suo primo acquisto in Italia.

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Mentre avvolge il calice, l’uomo chiede a Jane per quanto tempo rimarrà a Venezia. Lei risponde che potrebbe rimanere per sempre. "Dove soggiorna?" – chiede – "Nel caso trovassi un altro calice". Lei glielo dice.

Jane è sconcertata. Non sa come gestire le attenzioni di quest'uomo. Lascia il negozio, attraversa il piccolo ponte, mentre il signor de Rossi la guarda come facevano quei giovani in Piazza San Marco.

Di ritorno alla pensione, Jane scrive una lettera. La legge ad alta voce, pensierosa, infiocchettando la parte sul bell'uomo che ha incontrato.

Quando arriva Phyl, chiacchierano per un momento. Jane suggerisce che passino un po' di tempo insieme: fare un giro turistico o nuotare, forse. Ma le due donne sono interrotte da Eddie. Lui e Phyl stanno andando all'Harry's Bar. Jane suggerisce che potrebbe accompagnarli, ma Phyl non la invita.

Di nuovo da sola, Jane resta seduta per un momento, pensando. Rilegge la lettera che ha scritto ai suoi amici e poi prende una decisione.

Torna al caffè in Piazza San Marco, si siede con un caffè e guarda intorno alla piazza le coppie sedute insieme e le persone che passeggiano. Jane appare molto sola.

Improvvisamente nota Phyl, Eddie e un'altra coppia che attraversano la piazza oltre il caffè. Jane ha paura che loro la vedano da sola. Allora, appoggia una sedia accanto a sé contro il tavolino, segno che sta aspettando qualcuno. Ma non c’era bisogno di disturbarsi; immerso nella conversazione, il gruppo le passa accanto senza accorgersi di lei.

La canzone "Summer in Venice" ricomincia. L'espressione di Jane si illumina. Ecco che arriva il signor de Rossi, che cammina nel caffè cercando un tavolo.

Lui la nota, si avvicina al suo tavolo e dice: "Buonasera”. Apparendo eccitata di vederlo, lei risponde: "Buonasera”. Poi lui nota la sedia appoggiata al tavolo; sembra che lei stia aspettando qualcuno. Allora lui dice di nuovo: "Buonasera" e se ne va.

Jane appare affranta. Cerca di balbettare una spiegazione ma è troppo tardi; lui è andato via.

Le persone continuano a passare davanti a Jane e, mentre la macchina da presa si allontana da lei, lo schermo dissolve nel nero.

Tornata nella sua stanza Jane prende la sua cinepresa e si dirige verso il balcone. Guardandosi intorno, vede i gondolieri che fanno un pisolino nelle loro gondole, una venditrice di fiori che sonnecchia sotto l'ombrellone sul lungofiume. Anche i gatti stanno facendo un pisolino. Jane osserva, ma questa volta non gira.

Jane è uscita di nuovo. Sta vagando per le strade, un po' persa. Mette giù le sue cose e studia una mappa.

All'improvviso appare Mauro. A quanto pare lui la stava seguendo. Lei gli chiede come trovare il Ponte Barnaba e lui sa esattamente dove si trova. Se ne vanno insieme.

Arrivano al ponte. Jane si ferma e fissa il negozio di antiquariato – de Rossi Antichità – dove ha acquistato il suo calice. Il negozio è in realtà la sua destinazione. Entra, parla con il ragazzo e torna fuori. Apparentemente il signor de Rossi non c'è.

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La scena successiva, di ritorno alla pensione, si apre con l'iconico motivo cinematografico italiano: i panni stesi. Giovanna canta mentre si sporge dalla finestra e appende i vestiti bagnati.

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Tranne che per il canto di Giovanna, tutto è tranquillo. Tutti sembrano essere fuori.

Jane scende di sotto con un asciugamano sulle spalle; si è appena lavata i capelli. Viene salutata dal signor de Rossi, che a quanto pare la stava aspettando al piano di sotto. Chiacchierano per qualche istante e poi c'è una pausa imbarazzante.

Jane chiede: "Devo chiamare qualcuno per lei?"

"Chi?" – chiede lui – "Sono venuto per vedere lei."

Jane non sa cosa pensare.

Dopo un silenzio, l’uomo fa un gesto verso il salotto, chiedendo: "Possiamo entrare?"

"Sicuramente", risponde lei. Gli fa strada e si ferma lì, incerta su cosa fare.

Il negoziante parla del caldo, quindi – per ripararsi dalla luce del sole – va a chiudere le porte che conducono alla veranda. Questo mette Jane in preda al panico. Sembra che non abbia molta esperienza con gli uomini. È sopraffatta dalle circostanze in cui si trova: la presenza di quest'uomo, la forte attrazione che prova verso di lui, questo luogo straniero.

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Il signor de Rossi ha chiuso le porte. "Va meglio, non è vero?" chiede.

"Signor de Rossi, perché è venuto qui per vedermi?"

"È naturale. Non continuerà a comprare calici ogni giorno".

"No. Ma perché?"

"Perché? Importa perché? Sapeva che lo avrei fatto”.

"Io no".

"Oh" – risponde lui, guardando giù per un momento – "Come posso spiegare?"

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"Ascolti” – dice, facendo un passo verso di lei – "Due sere fa sono in Piazza San Marco; lei è in Piazza San Marco. Noi ci guardiamo. Il giorno dopo lei è nel mio negozio. Parliamo di bicchieri; parliamo di Venezia. Ma non stiamo parlando di loro, vero? No”. Scuote la testa dolcemente e continua: "Così ieri sera sono in Piazza San Marco. Ancora. Lei è di nuovo in Piazza San Marco”.

Lei risponde: "Metà Venezia è di nuovo in Piazza San Marco”.

"Metà Venezia non era nel mio negozio questo pomeriggio o sarei un uomo ricco”.

"Volevo comprare un altro calice”.

"È tutto? Ci sono negozi in tutta Venezia. Ha guardato in qualcuno di questi per il suo calice?"

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Alla fine Jane dice: "Signor de Rossi, non capisco".

Lui fa un altro passo avanti: "Capire? Perché deve capire? Le cose più belle della vita sono quelle che non capiamo".

Jane volta le spalle, va verso una sedia e si siede. Lui si siede accanto a lei.

"Signorina Hudson, mi ha chiesto perché sono venuto qui per vederla. Perché mi attrae. Perché? Perché lo fa”.

"Summertime in Venice" inizia a suonare dolcemente in sottofondo. "Ascolti" – dice –"Ci siamo visti; ci siamo piaciuti". Jane si volta. Lui continua: "Questo è così bello. Come può essere sbagliato?" Sta per toccarle la mano, ma ci pensa meglio.

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Alla fine chiede: "Mi farebbe l'onore di incontrarmi questa sera?" Lei si gira velocemente verso di lui, con desiderio – e improvvisamente in quel momento, la porta si apre, entra la luce e arrivano i McIlhenney.

Irrompono nella stanza, inconsapevoli di aver interrotto la coppia e il momento intimo.

I turisti hanno fatto shopping! Jane li presenta al signor de Rossi, che non appare molto contento.

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Ma è divertito quando la signora McIlhenny lo saluta dicendo: "È così bello incontrare italiani in Italia!"

"Cosa avete comprato?" chiede Jane.

La signora risponde: "Vetro, vetro e altro vetro!"

La signora McIlhenny vuole mostrare loro i bicchieri che hanno acquistato. Jane la prega: "Per favore, non si disturbi a scartarlo". Il suo bellissimo momento con il signor de Rossi è stato quasi rovinato; forse queste persone se ne andranno e lei potrà riaverlo. Ma la signora McIlhenny insiste.

Tira fuori un calice che assomiglia esattamente a quello antico che Jane ha acquistato dal negozio del signor de Rossi.

La signora McIlhenny dice: "Non è bellissimo?"

Jane prende il bicchiere e lo guarda. "Splendido. Stranamente ne stavo cercando uno proprio così", commenta guardando con rabbia il negoziante, che la guarda confuso.

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La signora McIlhenny mostra la sua scatola di sei calici. Sembra che calici di questo genere siano facili da trovare.

Alla fine i McIlhenny se ne vanno e il signor de Rossi si difende indicando che il suo bicchiere è del diciottesimo secolo. Ma Jane è sospettosa. Discutono. Lui insiste: "Con il vetro veneziano, lo stesso design è usato ripetutamente per anni e anni. Il suo calice è del diciottesimo secolo. Può credermi o no".

Lei sta alla finestra, gli dà le spalle. Lui si avvicina e dice: "Adesso, per favore, mi creda. Mi farebbe l'onore di prendere un caffè con me stasera in piazza? C'è un concerto stasera". Lui tocca delicatamente il lembo dell'asciugamano che lei ha sulle spalle, quindi le mette un braccio intorno alle spalle.

"Non è tanto prendere un caffè con me, vero? Cosa succede dopo – succede... o non succede".

FINE PARTE II

ENGLISH TRANSLATION

Here is the link for Parte III of this fotoracconto. Parte IV, the final installment, has been posted and the link to it is at the bottom of Parte III. Vertigo grammar exercises have been posted at the end of Parte IV.  Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.   

GLOSSARIO

  • accorgersi – to be aware of

  • afferra (afferrare) – she reaches (for), grabs

  • affollate (affollare) – crowded (past participle)

  • affranta (o/a/i/e) – stricken

  • agitata (agitare) – flustered (past participle as adjective)

  • ad alta voce – out loud

  • ammirati (ammirare) – admiring (past participle as adjective)

  • appende (appendere) – she hangs

  • armeggia (armeggiare) – she fumbles

  • arpa (a/e) – harp

  • assomiglia (assomigliare) – it resembles

  • attira (attirare) – it attracts, draws

  • bagnati (bagnare) – wet (past participle as adjective)

  • balbettare – to stammer

  • beccano (beccare) – peck

  • la borsetta (a/e) – the handbag

  • brandisce (brandire) – she brandishes, wields

  • le briciole (a/e) – the crumbs

  • non c'è (esserci) – he is not in

  • un calice (e/i) – a goblet

  • il campanile (e/i) – the bell tower

  • la canzone (e/i) tema – the theme song

  • cede (cedere) – she gives in

  • compiaciuta (compiacere) – pleased (past participle as adjective)

  • conducono (condurre) – they lead

  • consegna (consegnare) – she hands (something to someone)

  • il diciottesimo secolo – 18th century

  • si difende (difendersi) – he defends himself

  • si dirigono (dirigersi) – they head (somewhere)

  • dorato (o/a/i/e) – golden

  • fa (fare) una panoramica (ca/che) – it pans (cinematic term: stationary camera rotates, normally across a horizontal area)

  • fa (fare) strada– she leads the way

  • facendo (fare) un passo (o/i) – taking a step

  • fissa (fissare) – he stares, is staring

  • il frasario (io/i) – the phrasebook

  • si sta godendo (godersi)…? – are you enjoying…? (formal)

  • goffamente – awkwardly

  • gradini (o/i) – steps

  • immerso (immergere) – immersed (past participle as adjective)

  • lo impacchetti! (impacchettare) – wrap it up!

  • all'improvviso – abruptly

  • inconsapevole (e/i) – oblivious

  • indica (indicare) – he points at

  • infiocchettando (infiocchettare) – embellishing

  • invidiosa (o/a/i/e) – envious, jealous

  • irrompono (irrompere) – they burst into

  • si lanciano (lanciarsi) – they set out

  • il lembo (o/i) – the hem

  • il lungofiume – the waterside

  • la macchina (a/e) da presa – the movie camera

  • il negozio (io/i) di antiquariato – the antique shop

  • gli occhiali da sole – the sunglasses

  • un'occhiata (a/e) – a glance

  • oltre – past

  • ordinatamente – neatly

  • i panni (o/i) stesi (o/i) – the clothes hanging (out to dry), the clothesline

  • passeggiano (passeggiare) – they stroll

  • percepisce (percepire) – she senses, perceives

  • i piccioni (e/i) – the pigeons

  • un pisolino (o/i) – a nap

  • piuttosto – still

  • a portata di mano – within reach

  • posano (posare) – they place, set down

  • in preda al panico – in a panic

  • prega (pregare) – she begs, pleads

  • rabbia – anger

  • riaverlo (riavere) – to get it back

  • rimarrà (rimanere) – you will remain, stay (formal)

  • ripararsi – to protect themselves

  • sbalordita (sbalordire) – stunned (past participle as adjective)

  • scartarlo (scartare) – to unwrap it

  • schiocca (schioccare) le dita – he snaps his fingers

  • sconcertata (sconcertare) – she is disconcerted (past participle as adjective)

  • scorre (scorrere) – it passes by

  • scossa (scuotere) – she is shaken, disturbed, upset (past participle as adjective)

  • scuote (scuotere) la testa – he shakes his head

  • sedotta (sedurre) – seduced (past participle)

  • sincronicità – synchronicity

  • soggiorna (soggiornare) – you are staying (lodging on a trip) (formal)

  • sonnecchia (sonnecchiare) – she dozes

  • sopraffatta (sopraffare) – overwhelmed (past participle as adjective)

  • soprammobili (e/i) – knick knacks, decorative objects

  • un sorso (o/i) – a sip

  • di spalle – from behind

  • la spavalderia – the bravado

  • spicca (spiccare) – it stands out

  • la spinta (a/e) – the push

  • si sporge (sporgersi) – she leans out

  • uno spuntino (o/i) – a snack

  • tira (tirare) fuori – she takes out

  • le torri (e/i) campanarie (ia/ie) – the steeples

  • trattare – to bargain, negotiate

  • vestite (vestire) eleganti (e/i) – dressed up (past participle as adjective)

  • la vetrina (a/e) – the shop window

  • volta (voltare) le spalle – she turns her back