Twenty-Four Eyes, Parte IV

Regia: Keisuke Kinoshita (1954)

ENGLISH TRANSLATION

I bambini sono in cammino verso la casa della signorina Oishi. I ragazzi sono in testa, corrono lungo una strada stretta tra fitte file di alberi. Dietro di loro le ragazze si tengono per mano. Sembrano tutti così felici, così pieni di energia!

Chiacchierando, scorrazzano giù da una collina e camminano lungo la strada.

"La signorina Ciottolo sarà sorpresa”.

"Credi che le faccia ancora male la gamba?"

Ormai gli abitanti del villaggio si sono accorti che i loro figli sono scomparsi. Guardano dappertutto, in rapide scene che ci mostrano le persone, l'architettura e gli strumenti di lavoro. Il direttore della fotografia inquadra immagini di una bellezza semplice: un mucchio di rocce in riva al mare, due donne in piedi su uno sfondo di tetti spioventi; una composizione astratta delle corde di una nave; due uomini che parlano su uno sfondo di reti; due donne che parlano, incorniciate da rami d'albero; un piccolo gruppo di abitanti del villaggio che parlano vicini davanti a un muro bianco e luminoso.

Sentiamo le conversazioni:

"Avete visto la nostra Kotoe?”

"Neanch'io vedo la mia Sanae da nessuna parte".

"Hai visto Sanae in giro?"

"Neanch'io vedo la nostra Matsue".

"Non posso credere che anche Fujiko se ne sia andata. Dove potrebbe essere andata?"

"Che strano che siano spariti tutti”.

"Dove sono andati?"

"I primini sono tutti spariti!"

In un campo lunghissimo, i bambini stanno camminando ai piedi di una montagna, così piccoli che riusciamo a malapena a distinguerli. Sentiamo una tranquilla musica di arpa mentre attraversano un ponte, sopra il quale incombe il profilo scuro e scosceso di una montagna e un alto sbuffo bianco di nuvole. Passano davanti a dei magazzini e a un semplice carro agricolo.

Devono aver camminato per una grande distanza: il sandalo zori di Sanae si è rotto.

"Tieni, indossa questo", dice Sonki, dandole il suo. Lui va avanti scalzo.

Camminando su un sentiero di montagna, passano davanti a una capra bianca. Diversi bambini si fermano ad accarezzarla. Arrancando, mostrano la loro stanchezza.

Kotoe è la prima che inizia a piangere. "Andiamo", dice Takeichi, prendendole la mano.

Ma presto molti altri piangono: sono stanchi e affamati. Mentre camminano, strofinandosi gli occhi, sentiamo di nuovo il triste canto di abbandono che hanno cantato con la signorina Oishi.

Madre Corvo,Perché piangi?

Perché ho lasciato

I miei sette preziosi piccoli

Là in montagna

Sono preziosi, così preziosi

Una dissolvenza segna che è passato ancora più tempo. I bambini sono tornati sulla strada principale. Un piccolo autobus appare dietro di loro. Quando l'autista suona il clacson, i bambini corrono fuori dalla strada.

Ma all'improvviso gridano: "È la signorina Ciottolo!" "Signorina Ciottolo!" Cominciano a correre.

Infatti la signorina Oishi mette la testa fuori dal finestrino dell'autobus, voltandosi indietro per guardarli.

Il veicolo si ferma e i bambini, con rinnovata energia, corrono verso di esso. L'autista scende, seguito dalla signorina Oishi, appoggiata alle stampelle. Dei passeggeri curiosi si sporgono dai finestrini per guardare.

"Che succede?" chiede la signorina Oishi.

Nikuta spiega, in lacrime: "Volevamo vederla". A questo punto, la stessa signorina Oishi sta piangendo.

Sanae dice: "Non abbiamo detto a nessuno che saremmo venuti".

"Beh, è meglio che saliate tutti sull'autobus" – dice l'insegnante – "Andate!”

La signorina Oishi ha portato i bambini a casa sua. Siede dentro con alcuni di loro, guardando la giornata di sole.

La struttura della parete con la porta scorrevole divide l'immagine in tre sezioni. Le sezioni esterne hanno dei reticolati uguali ai lati. Al centro, la madre della signorina Oishi sta servendo delle bevande e dei noodles ai bambini. Dietro di lei il profilo dei rami nudi degli alberi. Lei dice: "Ne ho fatto molto, quindi mangiate quanto volete".

La signorina Oishi commenta: "È un bene che la mia visita dal dottore sia finita prima, altrimenti vi avrei mancati".

"È vero!" concorda qualcuno.

Sulla riva sabbiosa, la signorina Oishi sta in piedi sulle stampelle con i suoi dodici piccoli alunni, in posa per una fotografia. L'acqua del mare interno si increspa dietro di loro.

Con una stoffa scura sopra la testa, il fotografo si china verso la sua macchina fotografica, che poggia su un treppiede. "Ci siamo!" – dice – "Guardate il fiore!” Ma poi corre a sistemare uno dei bambini. Finalmente soddisfatto, solleva di nuovo il fiore e dice: "Ci siamo. Pronti?"

I bambini sembrano solenni, la loro esuberanza repressa dall'attenzione del fotografo.

La signorina Oishi ha organizzato un traghetto per portare i bambini a casa. In un campo lungo la vediamo salutarli mentre il traghetto si allontana. Sia la barca che la maestra appaiono minuscole. Il mare scintillante e le montagne maestose: la vita dei bambini si svolge circondata dalla natura e in questo scatto sembrano farne parte.

"Hisako, hai la testa tra le nuvole?" La madre della signorina Oishi la rimprovera. "Ringrazia il preside".

Sono a casa. Ancora una volta, la porta divide l'immagine in tre sezioni, con i rami dell'albero a ragnatela all'esterno. 

La signorina Oishi chiede: "È stato deciso chi prenderà il mio posto?”

"Sì, abbiamo deciso durante la riunione del personale. C'è qualcosa che non va?”

"No, sono solo... in un piccolo pasticcio".

"Che tipo di pasticcio?"

"Ho promesso ai bambini che sarei tornata a scuola”.

"Questa sì che è una sorpresa! Riesci ad arrivarci da sola?" Vediamo la fasciatura bianca sul piede di lei. "Tua madre dice che non puoi andare in bicicletta”.

"Hisako!" – la rimprovera la madre – "Il preside è stato molto gentile". Lei ammorbidisce il suo tono e si rivolge al preside. "Se la trasferite alla scuola principale, tra soli dieci giorni, lei può iniziare a prendere l'autobus. Il vostro aiuto sarebbe molto apprezzato". Finisce con un inchino profondo e lui risponde con un cenno del capo.

Allegramente il preside informa la signorina Oishi: "La tua sostituta sarà la signora Goto. Lei è stata molto felice di accettare. Le cose si sono risolte abbastanza bene".

"Non è bello?" la incita la madre.

Un uomo appare sulla porta, un pacco in bilico sulla spalla. È il facchino dell'inizio del film – l'uomo din don dan. "Perdonatemi".

"Cos'è tutto questo?" chiede la madre della signorina Oishi.

Lui mette giù il pacco, si toglie il cappello e si inchina. "Grazie per aver dato da mangiare i bambini l'altro giorno", dice alla signorina Oishi.

"Non era niente" – risponde la signorina Oishi – "Sono stata molto contenta di avere dei visitatori".

"I loro genitori hanno mandato alcune cose: un chilo di riso, due chili di fagioli". Uno per uno, tira fuori gli oggetti e li mette sul pavimento. "Queste sono sardine essiccate. Altri due chili di riso e un chilo di fagioli".

Con una dissolvenza, siamo tornati al villaggio. I bambini corrono su per la collina, apparentemente proprio tra le nuvole basse.

In cima si fermano, con uno svolazzo di nuvole sopra di loro. Molto più in basso, vedono una barca che si avvicina. Sentiamo il canto malinconico "Annie Laurie".

Sonki è il primo a rendersi conto che è la loro amata maestra. Kit-chin salta di gioia. I bambini partono verso il cortile della scuola per dirlo agli altri. Corrono oltre i Buddha di pietra dove la signorina Oishi è stata ferita e urlano:

"È la signorina Ciottolo!"

"La signorina Ciottolo sta arrivando!"

"La signorina Ciottolo!"

Ancora una volta vediamo l'elegante inquadratura del cortile della scuola, il muro reticolato che guida l'occhio verso il mare. I bambini irrompono, ancora urlando. Alla notizia, i giovani accovacciati vicino alla scuola saltano su e corrono verso la riva, presto seguiti dagli alunni più grandi. L'insegnante più anziano emerge dalla scuola nel cortile deserto e li segue con lo sguardo desolato.

In un lungo momento di calma, la barca raggiunge la riva, e il traghettatore solleva la signorina Oishi, con le sue stampelle, e la mette a terra. Poi i bambini corrono a vederla, urlando di felicità, passando davanti alle tombe di un cimitero sulla loro strada.

Le si stringono attorno, si aggrappano al suo kimono tenendole la mano. 

"Le fa ancora male la gamba?" chiede Nikuta.

"Può già andare in bicicletta?" chiede Mat-chan.

"Potrebbero volerci altri sei mesi", risponde la signorina Oishi.

"Allora verrà in barca?" chiede Takeichi.

L'insegnante scuote la testa.

"Quindi andrà a piedi per tutta la strada?" chiede Kotoe speranzosa.

"Andiamo a scuola", suggerisce la signorina Oishi.

Arriva una voce da fuori campo: "Maestra!" È uno dei genitori. La signorina Oishi si avvicina a lui e si inchinano in segno di saluto.

"Come va la gamba? Eravamo preoccupati".

"Grazie. Sono molto grata per il riso che ha mandato".

Invece di andare direttamente a scuola, la signorina Oishi porta i bambini a fare un giro del villaggio, visitando i genitori che le hanno mandato i regali.

Infine, arriva dalla madre di Nikuta, che si trova davanti al suo negozio. L'abbiamo già vista: dopo la tempesta, con un foulard bianco, ha rimproverato la signorina Oishi per le sue risate. La madre, imbarazzata dal suo comportamento precedente, si inchina profondamente; la signorina Oishi ricambia gentilmente l'inchino profondo.

"Grazie per i meravigliosi regali", dice la signorina Oishi.

"Oh, non è stato niente". Spinta da Nikuta, che la guarda sporgendo in fuori le labbra, la donna continua: "Perdoni la mia cattiva abitudine di intromettermi sempre". E finisce con un altro inchino, che la signorina Oishi ricambia.

"Non fa niente".

Quando arrivano a scuola, i bambini si riuniscono intorno alla loro maestra. "Lo sapete" – dice lei – "Non potrò andare in bicicletta per un bel po' di tempo e la scuola è così lontana. Zoppicando sulle stampelle, sarebbe notte prima che arrivi qui. Ecco perché non posso..."

Takechi propone: "Se prende la barca verremo a trovarla ogni giorno".

"Davvero? E mi accompagnerete ogni sera?"

"Sì". 

"Grazie. Vorrei averlo saputo prima. Temo che sia troppo tardi. Sono stata trasferita alla scuola principale. Vi aspetterò lì quando sarete più grandi".

Nei loro kimono dai disegni vividi, i bambini sono stretti insieme attorno a lei. Mentre suona la musica dell'arpa, lei dice: "Sono venuta solo per dirvi addio. Un'altra insegnante arriverà presto. Studiate sodo. Amo questo piccolo villaggio, ma con la mia gamba così, è impossibile".

I bambini cominciano a singhiozzare.

"Maestra, ci dispiace!"

Con la mano sopra gli occhi, la stessa signorina Oishi inizia a piangere. "Va tutto bene. Tutti i bambini fanno scherzi. È stata solo la mia sfortuna".

L'insegnante anziano si avvicina al gruppo. "Cos'è questo? Ha fatto tutta questa strada solo per vedervi. Dovreste ridere invece di singhiozzare".

Chiede: "Sta meglio ora, signorina Oishi?"

Lei prende un fazzoletto dal suo kimono e si asciuga gli occhi. "Sì, grazie".

Mentre il singhiozzio continua, l'insegnante anziano si lamenta: "Non c'è modo di capire le donne e i bambini. Se volete piangere, fate pure! Piangete quanto volete!” Mani sui fianchi, alla fine si arrende. "Alla faccia della lezione", dice frustrato e si allontana.

Al traghetto, genitori e bambini sono riuniti per salutare la signorina Oishi. Gli adulti si scambiano dei profondi inchini.

La maestra sale sulla barca e si salutano con la mano.

Il traghetto si muove sul mare placido mentre i bambini urlano:

"Maestra!"

"Torni a trovarci!”

"Torni quando la sua gamba starà meglio!”

"Ha promesso!"

"Arrivederci, maestra!"

FINE PARTE IV

ENGLISH TRANSLATION

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GLOSSARIO

  • l’abitudine (e/i) – the habit

  • accovacciati (accovacciare) – crouching, crouched (past participle)

  • si aggrappano (aggrapparsi) – they cling

  • si allontana (allontanarsi) – it moves away

  • ammorbidisce (ammorbidire) – she softens [something]

  • arpa (a/e) – harp

  • arrancando (arrancare) – trudging

  • in bilico (no change) – balanced

  • una capra (a/e) – a goat

  • un chilo (o/i) – a kilo

  • cima (a/e) – top

  • il comportamento (o/i) – the behavior

  • dappertutto – everywhere

  • ‘alla faccia (fare) di’ – ‘so much for’ 

  • fagioli (o/i) – beans

  • la fasciatura (a/e) – the bandage

  • fate (fare) pure – go ahead

  • un fazzoletto (o/i) – a handkerchief

  • il finestrino (o/i) – the window (of a vehicle)

  • fitte (o/a/e/i) – narrow

  • incita (incitare) – she urges, prods

  • incorniciate (incorniciare) – framed (past participle)

  • intromettermi (intromettersi) – I meddle

  • irrompono (irrompere) – they burst in, onto

  • i lati (o/i) – the sides

  • la macchina (a/e) fotografica (a/e) – the camera

  • maestose (o/a/i/e) – majestic 

  • i magazzini (o/i) – the warehouses

  • malinconico (co/ca/ci/che) – wistful, sorrowful

  • ormai – by now

  • un pacco (cco/cchi) – a package, parcel

  • un pasticcio (ccio/cci) – a fix, problem

  • il personale (no change) – the staff

  • poggia (poggiare) – it rests, sits [on]

  • i primini (o/a/i/e) – the first-graders

  • il profilo (o/i) – the outline

  • il preside (e/i) – the principal

  • rendersi conto – to realize

  • i reticolati – the latticework 

  • ha rimproverato (rimproverare) – she scolded

  • si sono risolte (risolversi) – they worked out

  • si riuniscono (riunirsi) – they gather (themselves)

  • scalzo (o/a/i/e) – barefoot

  • scintillante – shimmering (present participle as adjective)

  • scosceso (o/a/i/e) – craggy (past participle as adjective)

  • un sentiero (o/i) – a path

  • il singhiozzio (io/ii) – the sobbing

  • sodo – hard, soundly, deeply

  • solleva (sollevare) – he holds up

  • sono (essere) in testa – they are in the lead

  • spinta (spingere) – pushed, urged, prompted (past participle)

  • le stampelle (a/e) – the crutches

  • si stringono (stringersi) – they squeeze in

  • strofinandosi (strofinarsi) – rubbing

  • si svolge (svolgersi) – they unfold

  • le tombe (a/e) – the tomb, grave

  • un traghetto (o/i) – a ferry

  • un treppiede (e/i) – a tripod (note: singular and plural endings are used interchangeably) 

  • zoppicando (zoppicare) – limping