Twenty-Four Eyes, Parte III

Regia: Keisuke Kinoshita (1954)

ENGLISH TRANSLATION

Secondo la didascalia, è settembre. L'estate è finita.

Le onde si infrangono sulla riva mentre la signorina Oishi cammina con la bicicletta accanto al mare. Lei si abbassa per evitare un'onda gigante – ma si bagna lo stesso! Sembra che la notte prima ci siano stati danni causati da una tempesta. Un alto palo del telefono è inclinato precariamente. Sul tetto spiovente di una casa, degli uomini sono piegati a riparare delle tegole.

Lungo la strada, la signorina Oishi vede i bambini davanti a una casa che ripuliscono i detriti della tempesta e si ferma ad aiutarli. Indossa il suo completo, mentre i bambini sono vestiti con kimono e sandali zori fatti di paglia di riso.

Raccolgono pezzi di legno rotto e gettano in mare le pietre cadute. 

"È sempre così dopo una tempesta?” chiede la signorina Oishi.

"Hai!" rispondono.

"Tutti voi aiutate a togliere le pietre dalla strada?"

"Hai!

Una voce da fuori campo urla: "Maestra!”

Tanko arriva di corsa. "Come sta Nikuta?" chiede la signorina Oishi.

"Le pareti della sua casa sono cadute. Era nel suo armadio, bagnato fradicio".

Mat-chan dice con un grande sorriso: "Potevamo vedere dentro. Lui era seduto nell'armadio a guardare il cielo". A questi ragazzi, sembra un'avventura divertente.

"Nell'armadio?" La signorina Oishi è perplessa. 

Ma-chan interviene: "Cercava di prendere il posto dell'imperatore".

Tutti ridono.

A questo punto, una donna con un foulard in testa si avvicina di corsa lamentandosi: "Signorina! Cosa c'è di così divertente? La sfortuna degli altri?"

Lei continua arrabbiata: "Mio marito è caduto dal tetto. Immagino che anche questo sia divertente!"

La signorina Oishi è mortificata. "Mi dispiace!"

"Allora perché ridere quando gli altri soffrono? Far sgombrare il percorso ai bambini! Beh, non vicino a casa mia! Vuole solo che sia sgombrato per la sua bici! Beh, può farlo da sola! Bah!" Se ne va via indignata.

Incontrando un uomo a lavoro, la donna dice: "Un’insegnante che ridacchia delle disgrazie degli altri! L'ho messa in riga!"

La signorina Oishi, con le mani sulle spalle di due sue alunne, è abbattuta. Il gruppo sta tristemente in piedi, in silenzio.

Alla fine la signorina Oishi mette su un sorriso. "Fermiamoci ora" – dice – "Sembra che mi sia lasciata trasportare. Andiamo in riva al mare".

Mentre camminano lungo la riva rocciosa, i ragazzi gettano pietre in acqua. La fila dei bambini segue la curva delle onde, che mandano grandi nuvole di spruzzi quando si infrangono sulle rocce.

L'orizzonte taglia l'immagine in due: il mare che si agita sotto, un cielo calmo e infinito sopra.

Alcuni dei bambini più grandi che stavano aiutando a sgombrare la strada davanti alla casa si sono uniti al gruppo. I bambini sono appoggiati su una vecchia barca e cantano una canzone bizzarra chiamata "Barbiere di fretta" su un coniglio che va a farsi tagliare i capelli da un barbiere che è un granchio. 

Lontano dal gruppo, tre ragazzi si accucciano sulla sabbia, scavando molto intensamente. Una fila di Buddha di pietra li guarda.

Alla fine uno dei ragazzi urla: "Maestra!" Il gruppo si gira a vedere. "Abbiamo trovato una conchiglia rara! Venga a vedere!"

"Di che tipo?" chiede lei.

"Venga a vedere", insiste uno dei bambini, e lei corre verso di lui.

Improvvisamente, inciampa e sprofonda nella sabbia. I combinaguai saltano con gioia per il successo del loro scherzo, mentre gli altri bambini ridono deliziati.

Lottando per alzarsi, la signorina Oishi crolla nel buco in cui è inciampata. Si stende sulla sabbia, appoggiando il viso sul braccio. Allarmati, i bambini corrono verso di lei. I tre ragazzi smettono di saltare.

La signorina Oishi inizia a piangere silenziosamente, seguita dai lamenti di alcune delle bambine.

"Va tutto bene" – dice la signorina Oishi – "Andate a chiamare l'altro insegnante. Ditegli che mi sono rotta una gamba e che non riesco a camminare".

Alcuni bambini corrono a cercare aiuto.

Finalmente, sono in vista della scuola e continuano a urlare: "Qualcuno venga ad aiutare!” Le loro piccole gambe corrono così veloci!

Nella parte posteriore dell'inquadratura, la scuola sembra un'oasi di pace e di protezione.

Finalmente, sono in vista della scuola e continuano a urlare: "Qualcuno venga ad aiutare!” Le loro piccole gambe corrono così veloci!

Nella parte posteriore dell'inquadratura, la scuola sembra un'oasi di pace e di protezione.

In una lenta processione, la signorina Oishi è sdraiata su un carretto trainato da uomini del villaggio, con l'insegnante anziano nelle vicinanze. I bambini li seguono, cantando il triste canto dell'abbandono che ora fa un po’ da presagio:

Madre Corvo, perché piangi?
Perché ho lasciato
I miei sette preziosi piccoli
Là in montagna

Dopo che sono passati, la donna col foulard che aveva rimproverato la signorina Oishi li guarda.

Tirando il carretto, un uomo commenta: "Non credo che sia rotto. Ma ha bisogno di un medico o di un massaggiatore".

"Portatela dal dottor Soka a Nakamachi", suggerisce l'insegnante anziano.

"Sarebbe più veloce in barca".

"Non con questo tempo".

La processione avanza solennemente attraverso il paesaggio rado, sotto un cielo cupo.

Nell'aula buia della scuola, illuminata da una sola lanterna, l'insegnante anziano si sta esercitando con l'armonium e il canto. Segnando il tempo con il braccio, sua moglie gli sta dando ripetizioni – e lui non sta andando molto bene.

Lei commenta: "Con la signorina Oishi fuori, c’è più lavoro per te".

"Oh, a lei è andata peggio" – risponde – “Sua madre è furiosa per tutta la faccenda. Dice che sua figlia è insostituibile e non la manderà più in questo villaggio miserabile".

"Non la biasimo". Passando agli aspetti pratici, la moglie aggiunge: "Abbiamo bisogno di un sostituto. Sono stanca di insegnare cucito al suo posto. Non ho tempo per fare soldi con il secondo lavoro". Sospira.

"Basta parlare. È meglio che mi eserciti. Devo imparare questo".

Ancora una volta vediamo un'inquadratura ben composta del cortile della scuola, la sua parete reticolata che guida l'occhio verso il mare sereno sullo sfondo. Sentiamo il canto dell'insegnante anziano.

Dentro, i bambini sono davanti a lui, seduti educatamente in file, mentre lui batte la mano sul banco, a tempo di musica.

Suggerisce: "Cantiamo tutti insieme, va bene?"

Alcuni bambini si uniscono, ma rinunciano subito. 

"Perché non cantate?" – chiede, disperato – "Ho fatto tutto quello che posso. Non imparerete se non ci provate".

Ha un'idea: "Tutti in piedi. Alzatevi. Andiamo". Comincia a cantare e i bambini si uniscono a lui, ma senza il vigore che ispira la signorina Oishi. 

"Siete impossibili. Cantate quello che volete", dice con disgusto. Eppure, finiscono per cantare la canzone della scuola che lui suggerisce. Non è come le canzoni dei bambini che insegna la signorina Oishi; i bambini si uniscono, obbedienti, riluttanti e un po' tristi.

Dall'alto, vediamo i bambini che corrono tra alberi spogli, un paesaggio di terra pallida e rami che ricordano una ragnatela.

A due a due, camminano e parlano.

"Odio quel corso di musica" – dice uno – "Mi piacciono di più le canzoni della signorina Ciottolo".

"Quando torna?"

"Vorrei poter vedere il suo viso".

"È in ospedale”.

"Lo era, ma ora è fuori”.

"Forse tornerà presto”.

"Lo spero”.

"Ancora non riesce nemmeno a stare in piedi".

"Andiamo tutti a trovarla”.

"Sì, andiamo al suo villaggio”.

Si guardano per un momento. Poi, senza parole, se ne vanno giù per la collina.

In campo lunghissimo, li vediamo affrettarsi sul promontorio, piccole creature vulnerabili.

Raggiunto il bordo dell'acqua, rimangono in piedi e guardano verso il mare.

Sonki indica e dice: "Ha detto che la sua casa è vicino a quella ciminiera". È sulla stessa isola di Shodoshima, ma lontano da dove si trovano.

Tanko chiede: "Nikuta, quanto ci vuole per arrivarci?

"Non è lontano. L'autobus ha avuto appena il tempo di suonare il clacson e noi eravamo lì. Non ho avuto nemmeno il tempo di mangiare un panino".

"Voglio andare a trovare la signorina Ciottolo", dice tristemente Mat-chan.

"Andiamo!"

"Sì, andiamo!"

"Correremo per tutta la strada fino a lì e poi torneremo!" propone Mat-chan.

Sonki aggiunge: "Andiamo via di nascosto dopo pranzo".

"Ci incontreremo vicino al boschetto".

"Buona idea!"

"Andiamo!"

FINE PARTE III

ENGLISH TRANSLATION

Here is the link to Parte IV of this cineracconto. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts as well as additional information about the film.

GLOSSARIO

  • abbattuta (abbattere) – downcast (past participle as adjective)

  • si accucciano (accucciarsi) – they crouch, squat

  • l'armonium (no change) – the harmonium

  • l'aula (a/e) – the schoolroom

  • biasimo (biasimare) – I blame

  • la bici (no change) – the bike

  • il clacson (no change) – the (car/bus) horn

  • i combinaguai (no change) – the mischief makers

  • una conchiglia (ia/ie) – a seashell

  • cucito - sewing

  • deliziati (deliziare) – delighted (past participle as adjective)

  • a due a due – two by two

  • fradicio (io/ia/i/e) – soaked

  • inciampa (inciampare) – she plunges

  • si infrangono (infrangersi) – they crash, break

  • ‘mi sia lasciata (lasciare) trasportare’ – I got carried away (congiuntivo)

  • ‘l'ho messa (mettere) in riga!’ – ‘I set her straight!’

  • l'orizzonte (e/i) – the horizon

  • paglia (no change) – straw

  • raccolgono (raccogliere) – they gather

  • rado (o/a/i/e) - sparse

  • raggiunto (raggiungere) – reached, arrived at (past participle as adjective)

  • una ragnatela (a/e) – a spider web

  • rami (o/i) – branches

  • reticolata (reticolare) – gridded (past participle as adjective)

  • la riva (a/e) – the shore

  • rocciosa (o/a/i/e) – rocky

  • la sabbia (ia/ie) – the sand

  • scavando (scavare) – digging

  • sdraiata (sdraiare) – pulled (past participle)

  • in secca – docked

  • sgombrare – to clear out

  • spiovente – sloping (present participle)

  • spogli (io/ia/i/ie) – bare 

  • spruzzi (o/i) – spray

  • si stende (stendersi) – she lays flat, stretched out

  • le tegole (a/e) – the tiles

  • una tempesta (a/e) – a storm 

  • trainato (trainare) - pulled (past participle)

  • tutta la faccenda – the whole thing