Twenty-Four Eyes, Parte XI

Regia: Keisuke Kinoshita (1954)

ENGLISH TRANSLATION

Stiamo ancora guardando un primo piano della fotografia sulla parete di Kotoe: com'erano i ragazzi quando la signorina Oishi insegnava loro anni prima. In sottofondo, i bambini cantano una canzone dei vecchi tempi. L'immagine si dissolve, e la canzone svanisce, sostituita da una marcia militare. In una giornata di sole, gli isolani sfilano in parata, sventolando i loro striscioni a tempo di musica.

I nostri soldati lasciano casa

Giurano coraggiosamente

di tornare vittoriosi

E, uno per uno, la macchina da presa ci mostra gli studenti della signorina Oishi – alcuni nelle loro uniformi, altri in kimono – che marciano verso la guerra, ognuno con addosso una fascia che mostra il suo nome.

Nei loro sogni i loro padri dicono loro

"Non tornate vivi!"  

Con occhi tranquilli fissano i cieli nemici

Con facce sorridenti pensano

"Che la battaglia di oggi mi inzuppi di rosso".

Non dimenticheranno mai

i loro compagni

"Lunga vita all'imperatore!"

sarebbero le ultime parole sulle loro labbra

Solenni, i giovani marciano avanti, mentre la folla continua a cantare.

Ah, quelle facce

Quelle voci

Mia moglie e mio figlio

Che mi spingono a compiere grandi atti

Giù al porto, i giovani salgono a bordo di una nave. Mentre si allontana, salutano la folla.

Le bandiere sono state sventolate così forte 

Che si sono fatte a pezzi

Ora svolazzano di nuovo in lontananza

La signorina Oishi è al molo per salutare i suoi studenti. Con una piccola bandiera in una mano, guarda i giovani uomini che vanno in guerra. Li conosce da quasi tutta la loro vita.

A casa, più tardi, la signorina Oishi tiene in braccio la sua bambina mentre i suoi due figli marciano avanti e indietro, nel corridoio, con bastoni posati come armi sulle spalle. Cantano una canzone militare.

Soldati tutti in fila

marciano con le loro armi

Marciare, marciare, marciare

Sua madre consegna una lettera al signor Oishi. È l'avviso che è stato chiamato dall'esercito e che andrà in guerra. "Scaldo un po' di sakè", dice lei.

Mentre mette le tazze di sakè sul tavolo, la signorina Oishi chiede: "Mamma, pensi che sia qualcosa da festeggiare?”

"Ci risiamo!”

"Lui ha ottenuto la licenza solo perché è malato. Lo invieranno di nuovo".

"Smettetela di discutere!" le rimprovera il signor Oishi. Alzando lo sguardo, sorride e dice: "Mamma, gradirei del sakè".

Prendendo il sakè, lei risponde: "È la guerra. Non c'è niente che possiamo fare".

"Cosa c'è che non va con quei bambini?" chiede la signorina Oishi in modo infastidito. "Daikichi, fai silenzio là dentro! Sono troppo stupidi per vedere che sono sconvolta?"

"Sono solo bambini che si divertono" – dice il signor Oishi in modo rassicurante – "Venite da papà. Voglio che cresciate grandi e forti per prendervi cura di vostra madre e di vostra nonna. Io parto per la guerra".

"Forza, cantiamo una canzone!" esclama. Li riporta nel corridoio, dove marciano di nuovo avanti e indietro cantando.

Soldati tutti in fila

Marciano con le loro armi

Marciare, marciare, marciare

Una dissolvenza ci porta dai ragazzini che giocano ai soldati a un molo dove un altro gruppo di reclute è in attesa di partire per la guerra.

Una didascalia ci dice:

Sono passati altri quattro anni. Il diffondersi della guerra in Asia non fa altro che aumentare il numero di anonime lapidi bianche.

Vediamo gli apprendisti piloti della Marina Militare in piedi in file rigide.

I ragazzi sventolano bandiere e alzano la voce in una canzone per tirare su il morale. I bambini che una volta cantavano di madri corvo e fiori di loto ora celebrano la gloria di morire per l'imperatore.

La signorina Oishi sta a casa con i suoi figli, ora quattro anni più grandi. Sta macinando il grano mentre suo figlio maggiore Daikichi pesta il riso. I più piccoli sono seduti dietro il tavolo, a pulire le lenticchie. Una lampada sopra il tavolo è l'unica illuminazione della stanza.

Daikichi si lamenta: "Vorrei essere alle medie. Così potrei essere arruolato".

"Sei così ansioso di morire?" – chiede lei – "Dopo tutto quello che ho passato per tirarti su, vuoi che pianga per il resto della mia vita?”

"Saresti la madre di un eroe onorato a Yasukuni".*

*Yasukuni è un santuario che onora le anime di coloro che sono morti combattendo per l'Imperatore. (Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, questo santuario è diventato controverso sia all'interno che all'esterno del Giappone, poiché onora anche i criminali di guerra.)

Lei si ferma un minuto per aggiungere grano al mulino. "Cosa c'è di speciale in questo?" – chiede – "Essere tua madre mi basta. Sai, Daikichi, voglio solo che tu sia un essere umano normale, una persona normale che dà valore alla vita”.

Dietro di loro, i piccoli continuano a smistare le lenticchie. Mettono quelle buone in una ciotola.

"Nessun altro parla così", si lamenta lui.

"Forse non lo dicono, ma è così che si sentono", dice lei, allungandosi per altro grano.

"La mia insegnante non parla così".

"Ecco perché ho smesso di insegnare".

"Vigliacca! Vigliacca!" grida il suo figlioletto.

"Per me va bene. Non ho bisogno delle lodi della gente. Voglio solo bene a voi tre".

 Dall'altra stanza, una voce grida: "Hisako!"

"Hai!" risponde la signorina Oishi. Si spolvera le mani su uno straccio, si alza e corre nell'altra stanza.

"Mamma, non riesci a dormire? Hai dolore? Presto ti sentirai meglio. Domani farò un bel porridge di riso".

Daikichi guarda verso di loro, anche se non riesce a vedere nessuna delle due donne. I piccoli continuano a smistare.

"Cosa c'è che non va? Le coperte sono troppo pesanti? Mamma, cosa c'è che non va?" I due bambini più piccoli alzano lo sguardo.

La signorina Oishi grida: "Daikichi, vieni qui!" Lui salta su e corre da lei.  "Vai a chiamare il dottore!" – lo istruisce la madre – "Digli di sbrigarsi!" Lui scappa dalla stanza.

"Mamma, starai bene", dice la signorina Oishi. Da fuori casa vediamo Daikichi che corre dal dottore.

Poi appare sua madre, urlando in lontananza: "Daikichi! Digli di venire subito!"

Mentre rientra in casa di corsa, una dissolvenza ci porta in un vasto campo, file parallele di colture si allontanano all'orizzonte. Una figura vestita di nero entra nell'inquadratura da sinistra, poi una figura in bianco. Con l'occasionale suono di una campana, una processione si muove lentamente lungo un percorso che taglia orizzontalmente lo schermo. È una scena di cupa bellezza.

Poi appaiono quattro figure che portano una bara. È il corteo funebre per la madre della signorina Oishi.

Sotto un torrente di pioggia, gli adolescenti in uniforme stanno in piedi con gli ombrelli in mano. Nella parte anteriore della inquadratura, vediamo Daikichi.

Un uomo più anziano si avvicina, dice: "Oishi, tua madre è qui".

Vediamo la signorina Oishi che tiene un ombrello chiuso. Per la prima volta sembra anziana. Daikichi va da lei. "Mamma, cosa c'è?" Lei gli prende il braccio e camminano insieme, incorniciati da forme geometriche in ombra, verso un albero sottile.

Rimangono nella pioggia sotto un ombrello, in una composizione di una perfezione mozzafiato: il cerchio dell'ombrello del ragazzo dietro di loro, l’arco dell’ombrello di lei che li incornicia da sopra, le forti verticali scure, la nebbia, e qualche foglia vagante in cima all’inquadratura.

"Daikichi, tuo padre è morto. Ho appena ricevuto l'avviso. Sono corsa qui subito".

Lui guarda in basso bruscamente, e sua madre gli prende il braccio. "Dobbiamo essere forti, Daikichi", gli dice. Lui non risponde. "Capisci?"

Lei gli mette il braccio intorno e lo conduce via mentre una dissolvenza conclude la scena.

FINE PARTE XI

ENGLISH TRANSLATION

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GLOSSARIO

  • allungandosi (allungarsi) – reaching out

  • le anime (a/e) – the souls 

  • atti (o/i) – deeds

  • una campana (a/e) – a bell

  • un campo (o/i) – a field

  • colture (a/e) – crops 

  • compiere – to achieve

  • cupa (o/a/i/e) – somber 

  • il diffondersi – the spreading

  • una fascia (ia/e) – a sash

  • forza! – come on!

  • giurano (giurare) – they vow

  • il grano (no change) – the wheat

  • invieranno (inviare) – they will send

  • inzuppi (inzuppare) – it drenches (congiuntivo)

  • le labbra (o/a) – the lips

  • le lenticchie (ia/ie) – the lentils

  • la licenza (a/e) – the furlough

  • sta macinando (macinare) – she is grinding

  • Marina – Navy

  • il molo (o/i) – the dock

  • mozzafiato (no change) – breathtaking

  • pesta (pestare) – he pounds 

  • reclute (a/e) – recruit (noun)

  • ci risiamo! (riesserci) – there you go again!, here we go again!

  • sbrigarsi – to hurry

  • scappa (scappare) – he runs [from a place]

  • sfilano (sfilare) in parata – they parade

  • smistare – to sort through

  • spingono (spingere) – they urge

  • si spolvera (spolverarsi) – she dusts off

  • uno straccio (ccio/cci) – a cloth

  • svanisce (svanire) – it fades away

  • svolazzano (svolazzare) – they flutter

  • tirarti (tirare) su – to bring you up, raise you

  • vagante (e/i) – stray

  • vigliacca (cca/cche) – coward

  • voglio (volere) bene – I love