Regia / Director: Giuseppe De Santis, 1949
I soldati stanno lasciando il villaggio passando sotto un arco di pietra. Indossano l'uniforme e portano degli zaini.
I soldati acclamano e salutano con la mano le donne che arrivano a camionate per andare a lavorare nelle risaie. Uno di loro manda un bacio.
Soldiers are leaving the village under a stone arch. They’re in uniform, carrying backpacks.
The soldiers cheer and wave at the women arriving by the truckload to work in the rice fields. One blows a kiss.
Sopra l'arco, alcuni graffiti dicono: “Abbasso la naia”, “Viva le mondine” e “Baci per le mondine”.
Above the arch, graffiti says, “Down with obligatory military service,” “Long live the rice workers,” and “Kisses to the rice workers.”
I camion continuano ad arrivare, carichi di mondine che salutano. Due bambini seduti su un barile ricambiano il saluto.
The trucks keep coming, loaded with waving rice workers. Two kids sit on a barrel waving back.
Silvana lascia cadere dal camion la sua borsa – un sacco per il riso decorato con immagini dalle riviste – e salta giù, sorridendo.
Silvana drops her bag from the truck – a sack for rice adorned with images from magazines – and jumps down, smiling.
“Tieni, prendi!” dice Francesca, porgendo a Silvana un materasso piegato. Poi prende la valigia e salta giù.
Le due donne sembrano felici e serene.
“Here, take this,” says Francesca, handing Silvana a folded mattress. Then she takes her suitcase and jumps off.
The two women seem happy and at ease.
“Irene, come stai?” chiede un soldato a una delle mondine. Lei (Anna Maestri) gli sorride.
“Accidenti!” – esclama un'altra donna (Isabella Marincola) un momento dopo – “Quanti soldati!”
“Irene, how are you?” a soldier asks one of the rice workers. She smiles at him.
“Damn!” says another woman a moment later. “So many soldiers!”
"Hanno il campo da queste parti" – spiega Irene in dialetto veneto – "Il barone ha messo loro a disposizione la terra per qualche mese. Ma adesso li manda via perché siamo arrivate noi".
"Come fai a saperlo?"
"Conosco uno di loro. È di Conegliano* come me”.
Le donne portano i loro averi in valigie e sacchi di iuta.
*Un paese in Veneto.
“They have their camp here,” Irene explains in Veneto dialect. “The baron made the land available to them for a few months. But now he’s kicking them out because we’ve come.”
“How do you know?”
“I know one of them. He’s from Conegliano like me.”*
Women carry their possessions in suitcases and burlap sacks.
*A town in Veneto.
"Stasera vado a trovarlo, sai!"
"Fai alla svelta tu!"
"Beh, mi arrangio". Lei ride. "Quaranta giorni sono lunghi, non ti pare?”
“I’m going to see him tonight, you know!”
“You move fast!”
“Well, I do what I can.” She laughs. “Forty days is a long time. Don’t you think?”
Una donna con una valigia in spalla, Celeste (Adriana Sivieri), si lamenta: “In caserma anche noi! Sai che odore nei dormitori! Per fortuna che a me i soldati sono sempre piaciuti. E a te?” chiede a una donna (Lia Corelli) che tiene in mano due scatole legate con della corda.
“Ho visto più soldati di un generale in pensione. Dalla puzza, riconosco di quale reggimento sono”.
A woman with a suitcase on her shoulder, Celeste, complains, “We’re in the barracks too! You know how it smells in the dormitories! Lucky for me, I’ve always liked soldiers. How about you?” she asks a woman who holds two boxes tied with string.
“I’ve seen more soldiers than a retired general. From their stink, I recognize what regiment they’re from.”
Nel dormitorio, due donne parlano mentre salgono le scale. Gabriella (Maria Grazia Francia*), con i capelli scuri raccolti in un fazzoletto, dice: “Hai detto che all’arrivo avresti trovato il tuo fidanzato, ma non lo vedo”.
Con una scatola sulla spalla, l'altra donna, Gianna (Mariemma Bardi), risponde: “Non avrà potuto. Lavora in una fattoria dove ho lavorato come mondina l'altr’anno. È là che l'ho conosciuto. Ma adesso ci sposeremo, così lo vedrò sempre!”
*Doppiata da Wanda Tettoni.
In the dormitory, two women talk as they climb the steps. Gabriella*, her dark hair tied back with a handkerchief, says, “You said you would meet your fiance when you arrived, but I don’t see him.”
With a box on her shoulder, the other woman, Gianna answers, “He must not have been able to. He works at a farm where I worked as a rice worker last year. That’s where I met him. But now we’re getting married, so I’ll see him all the time!”
*Dubbed by Wanda Tettoni.
Un'altra donna si avvicina e Gabriella le dice: "Ho paura, Anna. E se non resisterò?"
"Cercherò io di lavorare per due, Gabriella” – la rassicura Anna (Dedi Ristori) – "L'importante è portare il riso a casa. Dobbiamo farcela. Andiamo”.
Another woman approaches, and Gabriella tells her, “I’m afraid, Anna. What if I can’t hold up?”
“I’ll try to work for two, Gabriella,” Anna reassures her. “The important thing is to bring the rice home. We have to make it. Let’s go.”
Entrando nel dormitorio, Silvana dice a Francesca: “Scegliamo subito il posto. Qui stai fresca se non facciamo presto”.
Entering the dormitory, Silvana tells Francesca, “Let’s choose a spot right away. You won’t get one here if we don’t hurry.”
Un gruppo di donne anziane è riunito attorno a un mucchio di paglia.
“Ma è umida questa paglia”.
“Non farci caso”.
Sopra le loro teste si vedono le travi del tetto. Un'ombra sulla parete ricorda le sbarre di una prigione.
A group of older women is gathered around a pile of straw.
“But this straw is damp."
“Don’t worry about it.”
Above their heads, we see the roofbeams. A shadow on the wall resembles prison bars.
“E quelle, cosa fanno?” chiede Francesca.
“Riempiono di paglia i materassi” – risponde Silvana – “Dopo ci vai anche tu. C'è sempre tempo”. In sottofondo si sente il brusio delle conversazioni delle donne. “Io ho il mio, di lana. Mi piace dormire comoda”.
“What are they doing?” Francesca asks.
“They’re filling their mattresses with straw,” Silvana replies. “Later, you’ll go there too. There’s always time.” In the background, we hear the hum of women’s conversation. “I have my wool mattress. I like to sleep in comfort.”
La macchina da presa segue le due donne mentre camminano. Un soldato su una barella grida: “Ciao, bellezza! E quanto fai di torace?”
The camera tracks the two women as they walk. A soldier on a stretcher calls out, “Hi, gorgeous! What’s your bust size?”
La macchina da presa si ferma su un soldato che scrive il suo nome sul muro di mattoni: sergente Marco Galli.
Ha composto una poesia. Recita: “Vivo morendo in caserma. Non in tempo di guerra, ma in tempo di vita”.
The camera stops on a soldier writing his name on the brick wall: Sergeant Marco Galli.
He has composed a poem. It reads, “I live dying in the barracks. Not in time of war, but in time of life.”
FINE PARTE 5
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